Bentornati all’ascolto del Grs Week. In studio Giuseppe Manzo.
Con la fiducia posta dal Governo è stato approvato il decreto Minniti sull’immigrazione e sulla sicurezza urbana. Contro questo provvedimento sono piovute critiche e proteste senza precedenti: associazioni laiche e cattoliche, magistratura, giuristi, operatori sociali e la presa di posizione di scrittori e attori come Roberto Saviano e Valerio Mastrandrea. Ascoltiamo i punti critici di questo decreto nella scheda di Anna Ventrella.
Sono diversi i punti criticati e contestati del decreto Minniti. Per velocizzare il procedimento di riconoscimento del diritto d’asilo, il decreto legge ha pensato di istituire sezioni specializzate (inizialmente 14 ma ora aumentate a 26), dedicate alle richieste d’asilo e ai rimpatri e formate da magistrati dotati di una profonda conoscenza del fenomeno migratorio. Ma è proprio l’istituzione di sezioni dedicate a sollevare i primi dubbi di legittimità perché ritenuta in contrasto con l’articolo 102 della Costituzione. Poi c’è l’eliminazione di uno dei tre gradi di giudizio per i richiedenti asilo anche sulle controversie minimi: l’appello. Ai Cie è stato cambiato il nome in Cpr, Centri per il rimpatrio senza modificare il loro aspetto rilevante. Infine, la figura dell’operatore sociale viene equiparata a quello del pubblico ufficiale: contro questa novità si stanno schierando centinaia di operatori sociali da tutta Italia.
Proprio il passaggio sugli operatori sociali rappresenta uno dei punti più contestati. Nelle ultime settimane centinaia di figure professionali del mondo del terzo settore e della cooperazione sociale hanno aderito all’appello di un’assemblea “autoconvocata” a Roma l’8 aprile nella sede di Arci in via Goito. Ascoltiamo uno dei promotori dell’iniziativa, Alessandro Metz.
(sonoro)
Sempre sul ruolo di queste figure “terze” e su tutti gli aspetti legati al diritto si sono sollevati dubbi dal mondo dei giuristi democratici e dell’Asgi, associazione studi giuridici sull’immigrazione. Ascoltiamo uno dei loro avvocati, Dario Belluccio.
Bentornati all’ascolto del Grs week, in studio Giovanna Carnevale.
Giovani e Europa: quali opportunità per le nuove generazioni nel vecchio continente? Se da una parte oggi si fanno i conti con un’Unione europea ripiegata su sé stessa, mortificata dagli egoismi nazionali, dall’altra la cosiddetta generazione Erasmus spinge in avanti verso l’interculturalità rendendo lampanti contraddizioni e anacronismi della politica. In Italia, nonostante un crescente sentimento di distacco verso le istituzioni di Bruxelles, la vocazione europea rimane, e il nuovo servizio civile universale, approvato recentemente, ne è una dimostrazione, prevedendo la possibilità per i ragazzi di svolgere fino a tre mesi di attività anche in uno dei Paesi dell’Unione. Ascoltiamo cosa prevede la misura nella scheda di Giordano Sottosanti.
Lo scorso 10 febbraio il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo al cosiddetto servizio civile universale, approvando il primo decreto legislativo della legge delega in merito alla Riforma del Terzo Settore. Il Servizio Civile passa così da Nazionale a Universale, aprendosi potenzialmente ogni anno a 100mila giovani volontari, italiani e stranieri. Per la prima volta, infatti, potranno partecipare al bando, oltre ai cittadini dell’Unione Europea, anche i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. Con aggiunta la possibilità di svolgere 3 mesi di servizio in Europa. Il decreto sancisce anche la diminuzione delle ore di servizio da 30 a 25 settimanali e introduce un modello più flessibile, modulabile in base alle esigenze di vita e lavoro dei volontari. Maggiore attenzione sarà inoltre riservata al riconoscimento delle competenze, con la possibilità di considerare il Servizio Civile quale titolo preferenziale nei bandi di concorso.
Un servizio civile più aperto, insomma, che attraverso lo scambio di conoscenze fortifica le basi di una cultura comune europea che valorizza il principio di solidarietà, aumentando allo stesso tempo le opportunità di lavoro e di crescita personale. A Licio Palazzini, presidente della Conferenza nazionale degli enti di servizio civile abbiamo chiesto qual è il bilancio in termini offerta ai giovani di questo nuovo provvedimento, di cui solo pochi giorni fa è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo decreto attuativo.
E maggiore attenzione ai giovani e alla loro occupabilità viene anche dall’Unione, che nei mesi scorsi ha lanciato l’iniziativa del Corpo europeo di solidarietà. Alberto Cuomo dell’area Europa di Csvnet, ci spiega di cosa si tratta
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