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L’eredità di Franco Basaglia
Sono Trascorsi 40 anni dalla legge 180 nata dalle idee illuminate e visionarie di Franco Basaglia psichiatra che ha creato un nuovo modo di concepire la follia e di prendersi cura delle persone che la vivono. La legge 180 ha dato dignità ai malati prevedendo un sistema di cure ma soprattutto il reinserimento del malato nel contesto sociale sostenuto dalla famiglia e dalle relazioni con gli altri. Una vera e propria rivoluzione che rese Franco Basaglia un precursore: non a caso la sua figura è stata scelta dalla Fondazione con il Sud per chiudere la manifestazione ‘un futuro mai visto’ voluta per festeggiare 10 anni di attività. Un ciclo di cinque incontri che da giugno hanno animato diverse città italiane intorno alle figure di persone straordinarie da Danilo dolci ad Adriano Olivetti da Renata fonte a don Milani che hanno trasformato l’Italia lasciando un segno nei campi dell’istruzione, dei diritti sociali, dell’educazione, nella valorizzazione delle ricchezze dei territori.
Ma che senso ha parlare oggi di Basaglia? Lo abbiamo chiesto a Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Franco e Franca Basaglia, e tra i protagonisti dell’evento di chiusura in programma a Venezia sabato 22 ottobre.
Oggi diversi passi avanti sono stati fatti sul tema della malattia mentale ma c’è ancora molto da fare per un fenomeno che interessa sempre più italiani. Le principali problematiche legate alla malattia mentale interessano circa un terzo della popolazione italiana, mentre il disagio psichico è in aumento con una crescita di oltre un milione di persone affette da disturbi legati in modo particolare all’ansia e alla depressione.
Con la legge 81 del 2014 si è fatto un enorme passo avanti anche sul tema della detenzione e dell’isolamento delle persone affette da disturbi mentali, grazie al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari in favore di soluzioni che puntano al reinserimento e all’accoglienza, come nel caso dei percorsi territoriali e delle residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria. Occorre costruire sempre più luoghi dedicati alla socialità per difendere il diritto alla cittadinanza da cui sono ancora esclusi non solo i malati mentali ma anche altri gruppi sociali come i poveri o i rifugiati. Ce lo spiega Stefano Cecconi del Comitato nazionale stop opg.