Bentrovati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino, con la collaborazione di Anna Monterubbianesi e Ivano Maiorella.

Territorio e relazioni: sono due parole chiave della comunicazione sociale. Che comunicazione sociale sarà in una fase nella quale questi due riferimenti si sono smaterializzati, anche a causa della crisi Coronavirus? Se ne è parlato durante la tappa palermitana del progetto formativo “Intervista con il territorio” che si è tenuto lunedì scorso in videoconferenza, grazie alla collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia.
“Il compito del giornalista è accendere la luce sulle storie che possano trasmettere esempi di coraggio e di speranza” ha detto Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore. Ascoltiamola:

[sonoro Claudia Fiaschi]

Riflessione comune è stata quella di lavorare sempre con alto senso di responsabilità, accertando sempre le fonti senza lasciarsi condurre dal vortice mediatico che a volte fa perdere il senso della realtà. A questo proposito l’aggancio col territorio è un’ottima pista da seguire. Ascoltiamo Roberto Gueli, vicedirettore Tgr Rai

[sonoro Roberto Gueli]

Se oggi il giornalista non parte dal territorio rischia concretamente di sparire senza avere una sua identità. Se, invece, si ferma soltanto al livello mediatico digitale la sua professione rischia di estinguersi perchè viene superata da altri comunicatori. Ascoltiamo Andrea Volterrani, dell’Università Tor Vergata di Roma:

[sonoro Andrea Volterrani]

Allora c’è da chiedersi, semmai, che cosa non è comunicazione sociale, visto che raccontare le comunità oggi significa raccontare le fragilità. Ascoltiamo Stefano Arduini direttore di Vita:

[sonoro Stefano Arduini]

Il progetto “intervista con il territorio “ è promosso dal Giornale Radio Sociale insieme a Redattore Sociale, con la collaborazione di Forum Terzo settore e Fondazione con il Sud.

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