Beautiful Boy, buon cammino

di Ivano Maiorella

Il titolo di questo editoriale ve lo spieghiamo tra un po’. Andiamo per ordine: bilanci e prospettive, come si conviene ad un editoriale di fine/inizio d’anno. Partiamo dalla legge di stabilità, appena pubblicata in GU: quali saranno i riflessi sul sociale? C’è l’incognita dei tagli alla sanità, che passeranno soprattutto attraverso quelli alle Regioni. La spesa sociale cresce del 67%, scrive Vita.it. : “si è passati dai 1.860 milioni del Governo Letta ai 2.760 milioni del Governo Renzi”. Anche se il problema della copertura economica dei provvedimenti, tiene in allarme permanente molte organizzazioni sociali. Da quelle di servizio civile a quelle per i diritti delle persone disabili. Senza contare che la protesta per la penalizzazione fiscale delle fondazioni bancarie, che ha attraversato trasversalmente tutto il mondo del terzo settore, è rimasta inascoltata.

C’è poi l’incognita del combinato disposto tra Legge di stabilità e cosiddetto Jobs Act. Ne sapremo qualcosa di più nella prima quindicina di gennaio quando questi due provvedimenti si incroceranno con una terza variabile: i posizionamenti politici in vista dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Come verrà ricordato dal terzo settore l’anno che se ne sta andando? Doveva diventare il primo, secondo le intenzioni di febbraio da parte del governo. Tanto da meritare i titoli in prima pagina, cosa mai successa prima. “Distinguere il grano dal loglio”, c’è scritto nella bozza di documento sulla riforma del terzo settore predisposto dal governo a maggio.

Il documento ha avuto il merito di aprire un dibattito ampio, dentro e fuori il terzo settore. Il Forum del terzo settore, la più grande rete interassociativa italiana con oltre cento organizzazioni sociali, ha contribuito alla discussione con un documento ricco di spunti e suggerimenti.

Tra le molte idee avanzate dalle organizzazioni sociali che hanno partecipato alla consultazione c’è un richiamo convergente: quello alla necessità di valorizzare partecipazione e protagonismo delle persone, che questo mondo rappresenta.  Segnaliamo, in proposito, l’interessante intervento di Andrea Volterrani, Università di Roma Tor Vergata, nell’ambito del convegno del 16 aprile a Roma per presentare i dati del “censimento” Istat. Un lavoro lungo dieci anni che per la prima volta fotografa una galassia di circa 300.000 diversi soggetti. C’è un nesso tra partecipazione e comunicazione, tra democrazia e utilizzo della rete, tra “prossimità territoriale” ed educazione alla cittadinanza. Legare tra di loro questi valori aiuta a rispondere alla domenanda che si pone alla fine Volterrani: “Abbiamo  trovato  il  valore  sociale  aggiunto  e  il  gusto  del  volontariato?” E se questo gusto fosse proprio quello della  partecipazione?

Di fronte al rischio che la riforma del terzo settore si riduca, nei fatti, a provvedimenti per “aziendalizzare” in forma sociale tutto questo mondo, si sono levate varie voci. Anche quella di Pietro Barbieri, portavoce del Forum del Terzo settore,  il 10 novembre durante un’audizione in Commissione affari sociali: “Abbiamo fatto presente la necessità che la Riforma non sia appiattita sul tema dell’Impresa Sociale, pur importante, e che al Volontariato e alla Promozione Sociale (che rappresentano circa il 90% del Terzo Settore Italiano) sia riservata pari attenzione”, Concetti che Pietro Barbieri ha ribadito in un’intervista al Giornale Radio Sociale dell’11 novembre .

L’anno si è chiuso con l’inchiesta giudiziaria “Mafia Capitale”, i cui risvolti non sono ancora immaginabili. Di certo è venuta allo scoperto una cupola di interessi che legava criminalità organizzata, corruzione di Palazzo (funzionari, ex funzionari, politici, partiti…), esponenti di primo piano della cooperazione sociale romana e non. La presa di distanze da parte dell’intero mondo della cooperazione sociale è stata netta e radicale.

Se il terzo settore ha subito dalla vicenda un complessivo danno d’immagine è pur vero che qualcosa deve essere scampanellato anche nelle orecchie del legislatore. E suona più o meno così: se l’economicismo (sociale) diventerà il muscolo principale del terzo settore, che differenza c’è o ci sarà col resto della società? Ovvero con il primo e secondo settore? Se partecipazione e democrazia vengono smontate, tanto vale cancellarle del tutto, in quanto arnesi costosi e obsoleti. Mentre, proprio nella riforma del terzo settore,  sarebbe il caso di rilanciarne il valore, insieme ad un sistema che imponga trasparenza, controlli e verifiche pubbliche. E lasciare che il terzo settore, rimanga “terzo”.

Chiudiamo tornando al titolo di questo editoriale: “Beautiful boy”. E’ una dedica al piccolo Elio, nato nella notte di Natale, figlio del nostro collega Fabio Piccolino e della sua compagna Priscilla. E’ una dedica musicale, come è ovvio, perché Fabio (che a questo punto della lettura avrà scoperto tutto da un pezzo) è uno del ramo. Si tratta della canzone che John Lennon scrisse nel 1980 per il figlio Sean: “Prima di attraversare la strada/ prendi la mia mano/ la vita è ciò che ti succede/ mentre sei impegnato a fare altri progetti”. Auguri a mamma, a papà e al piccolo Elio.

Auguri dalla Redazione del Giornale Radio Sociale a tutti i nostri ascoltatori e lettori. Auguri che vi succeda qualcosa di buono nell’anno che verrà, magari quando meno ve l’aspettate, mentre siete impegnati a “fare altri progetti”.

Torneremo insieme il 7 gennaio 2015 con la consueta programmazione. Continuate a seguirci sul sito internet e sulla pagina Facebook.