A Gaza i bambini sopravvissuti che preferiscono la morte all’orrore delle bombe


[Apertura: Questo è il momento dell’aggressione al giornalista de La Stampa Andrea Joli che a Torino stava filmando la festa di un circolo di Casa Pound: preso a calci e pugni dal gruppo di neofascisti. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 23 luglio 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo della guerra a Gaza sui bambini. Dopo 9 mesi di conflitto, nella Striscia non si muore solo per le bombe, ma anche per le terribili condizioni di vita, per la carenza di cibo e acqua pulita e per la mancanza di cure e servizi medici. Donne e bambini sono i più colpiti. E proprio l’infanzia sopravvissuta alle bombe vive un altro dramma, quello legato alla salute mentale con forme depressive e di altissima tensione emotiva legata a stress e ansia per aver perso tutto.

Ci sono bambine e bambini che chiedono di morire piuttosto che continuare a vivere l’orrore che li circonda. Questa situazione si inserisce in un quadro di emergenza umanitaria dove l’assistenza ai feriti è messa in discussione dai continui bombardamenti israeliani. Ascoltiamo Davide Musardo, psicologo di Medici senza frontiere.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale