Calcio business e pezzi di Ultras: ad uso e consumo del disordine organizzato


 

Questa è la voce dell’attivista iraniana Sepideh Qolian che dopo 4 anni e 7 mesi di prigione, appena uscita dal carcere grida “Evil Khamenei, ti seppelliremo!”.

Oggi parliamo dei fatti di ieri a Napoli prima e dopo la gara di Champions League. Scontri, giornalisti aggrediti, bar distrutti, auto della polizia incendiate, caos nel centro storico e città coinvolta in una guerriglia senza senso. Era iniziata male la faccenda della trasferta vietata ai tifosi dell’Eintracht ed è finita peggio. Centinaia di persone che senza biglietto raggiungono una città sapendo di non poter entrare allo stadio e con l’unico obiettivo di generare caos. Riviviamo quei momenti con le voci terrorizzate di cittadini che erano presenti.

Ci sono alcune domande da porre. Come è stato possibile tutto questo? Quali sono le responsabilità dell’ordine pubblico che probabilmente non doveva nemmeno far mettere piede su suolo italiano questi personaggi? È possibile dopo informative della digos poter consentire a un gruppo di sedicenti tifosi senza biglietto di girare per una città, ancora una volta dopo i fatti di Roma nel 2018?

Il calcio business che porterà in Arabia Saudita la Supercoppa italiana nel nome dei petrodollari riesce a utilizzare a proprio uso e consumo pezzi del mondo ultras. Alcuni etichettati di sinistra, altri destra ma in entrambi i casi sembrano soprattutto rispondere esattamente ad obiettivi che risiedono in altri luoghi per un calcio sempre più industria e sempre meno passione. Ah, poi sul campo c’è stata anche la partita con la vittoria del Napoli ma resta sullo sfondo nella giornata di ieri perché fino a tarda serata ci sono state tensioni e lacrimogeni, dove a comandare era altro e non si sa se qualcuno pagherà per questo.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale