Con la revisione del Pnrr il governo cancella e ridimensiona gli interventi sociali


 

[Questi sono i momenti dei soccorsi ai feriti dell’attacco di Israele a Gaza contro una scuola del commissariato Onu per i rifugiati palestinesi: tra i morti donne, bambini e il personale delle Nazioni Unite. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 13 settembre 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di Pnrr e interventi sociali. Dopo la revisione del Governo Meloni, il Pnrr è cambiato anche per quanto riguarda gli interventi in ambito sociale. Tra le totali 54 misure e sottomisure che interessano anche il Terzo settore, infatti, 18 risultano essere modificate. Due misure sono state totalmente eliminate: quella per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni di euro che sarebbero serviti per realizzare 254 progetti) e quella per la realizzazione di infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne, ovvero servizi di istruzione, salute e mobilità (500 milioni per la realizzazione di 803 progetti).

La misura per il superamento degli insediamenti abusivi in agricoltura al fine di combattere il caporalato è invece stata commissariata. 9 interventi (misure o sottomisure) di interesse per il Terzo settore sono stati rivisti al ribasso negli obiettivi. Altri principali “tagli” di risorse hanno riguardato la misura sui Piani Urbani Integrati per il miglioramento delle periferie (meno 1,6 miliardi di euro), gli interventi di rigenerazione urbana per contrastare emarginazione e degrado sociale (meno 1,3 miliardi), gli investimenti per la costruzione o l’ammodernamento di asili nido e scuole dell’infanzia (meno 1,4 miliardi). Questo emerge dal rapporto “Pnrr e Terzo settore: cosa cambia e perché”: ascoltiamo la portavoce del Forum Vanessa Pallucchi.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale