Giulia, Pierpaola e le altre donne: vittime di violenza e di un Paese fermo al ‘900


 

Questa è la voce di Massimo Troisi, ieri era il 29° anno dalla sua morte, nel giorno in cui al Napoli hanno consegnato la coppa per lo Scudetto: i suoi film e il suo volto è in ogni angolo della città in festa con decine di migliaia di turisti. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 5 giugno 2023, anno II della guerra, anno 4° della pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo di violenza di genere e nello specifico dei casi di Giulia Tramontano e dell’agente Pierpaola Romano. Il primo caso ha scosso fortemente l’opinione pubblica considerato anche il doppio omicidio perché Giulia era incinta al 7° mese. Entrambi i casi hanno una cosa in comune in contesti diversi: l’ultimo incontro fatale. Nei primi mesi del 2023 sono già 14 le donne uccise in Italia, Nel 2022 ci sono state 55 vittime.

Qui non si tratta di colpevolizzazione della vittima – come ha scritto qualcuno – rovesciando il tavolo di una questione che dovrebbe essere affrontata a ogni livello. Si tratta di ciò che la Procuratrice aggiunta Letizia Mannella ha detto nella conferenza stampa della scorsa settimana che tra poco riascolteremo: il magistrato focalizza il momento cruciale dove un uomo violento e senza pietà può uccidere la partner. La violenza di genere non è scollegata dalle disuguaglianze e discriminazioni di genere, oltre alla crisi grave della famiglia come “istituzione” novecentesca e su cui il diritto sconta fortissimi ritardi.

La sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha spiegato che il rapporto con Impagnatiello era già entrato in crisi a partire almeno da gennaio. Pierpaola Romano ha incontrato o trovato il suo compagno giù al portone di casa nel giorno in cui iniziava la chemio per una grave patologia e aveva deciso di ritornare con l’ex marito. Ascoltiamo le parole della Procuratrice.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale