Il Paese fragile in quelle 100mila chiamate al Telefono Amico


 

Segnalazioni da parte di persone attraversate dal pensiero del suicidio.

Questo tema ha riguardato anche l’1,8% delle richieste di aiuto arrivate dai ragazzi tra i 15 e i 18 anni e l’1,5% delle richieste di aiuto arrivate dai giovani con età compresa tra i 19 e i 25 anni. E poi spesso sono stati riscontrati anche disperazione, rabbia, inquietudine, apatia, delusione e confusione.

In un anno di pandemia oltre 100 mila chiamate al Telefono Amico, il 70% in più rispetto a quelle che in media annualmente riceveva prima del Covid-19. È organizzazione di volontariato che da oltre 50 anni, attraverso 20 centri di ascolto telefonico locali distribuiti in tutto il Paese e 500 volontari, si prende cura delle persone che hanno bisogno di essere ascoltate e sostenute.

“Questo anno difficile è stato accompagnato da una diffusa sensazione di smarrimento e da importanti difficoltà nella gestione dei netti cambiamenti nella vita quotidiana -spiega Monica Petra, presidente di Telefono Amico-, ma dal nostro osservatorio abbiamo notato anche che ciascuna fascia di età ha manifestato difficoltà pratiche ed emotive specifiche”.

Sono dati e sguardi di un osservatorio che conferma l’estrema fragilità e instabilità di un Paese che una volta sconfitto il Covid dovrà vincere un’altra partita, quella dell’impatto psicologico e mentale al cambiamento storico in atto.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale