Ius Soli: quando arrivano i “marziani” nella pandemia


 

Al solo pronunciare la parola si è levato un coro di indignazione. Ius Soli.

La legge giace in parlamento ed è finita in soffitta con l’arrivo della pandemia. Il neo segretario del Pd Enrico Letta ha spiazzato l’agenda politica nel momento più alto delle paure dovute al vaccino AstraZeneca e alla nuova zona rossa.

Le reazioni delle forze politiche di centrodestra che sostiene il governo Draghi sono state veementi. Per Salvini “solo un marziano, solo uno che arriva da Parigi o da Marte, si occupa di regalare cittadinanza agli immigrati”. “Non so se è più ridicolo o più offensivo per milioni di cittadini italiani in difficoltà sentir parlare di Ius soli, in questo momento ci sono ben altre difficoltà”, ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. “Un’uscita infelice e irresponsabile”. Per il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga “lo ius soli non è un tema all’ordine del giorno, io sono profondamente contrario”.

Dopo i decreti Salvini l’attesa era passata a 4 anni, con le modifiche si è passati a 3 per richiedere la cittadinanza che è disciplinata da una legge vecchia di 30 anni fa. Secondo la Coalizione italiana libertà e diritti civili è l’assenza di una legge sullo ius soli “è una ferita che non riguarda soltanto le seconde generazioni, ma è un vulnus di civiltà che rende più debole e povero il Paese” rispetto alle normative degli Stati europei.

I diritti non si congelano e da quelli umani e di cittadinanza si definisce il livello civile di una comunità, soprattutto in una grave crisi storica come quella del Covid.

 

Giuseppe Manzo giornale radio sociale