Le accuse contro Mediterranea: crimine di solidarietà?


 

La settimana scorsa era accaduto ai volontari di Linea d’ombra. Ieri conuna vasta operazione di polizia contro Mediterranea Saving Humans la Procura della Repubblica di Ragusa ha coordinato perquisizioni effettuate da decine e decine di agenti in tutta Italia, in abitazioni, sedi sociali, e sulla nave Mare Jonio.

I fatti risalgono al soccorso prestato ai 27 naufraghi della Maersk Etienne che da 38 giorni erano abbandonati in mezzo al mare tra Malta e Lampedusa, a bordo della portacontainer che li aveva tratti in salvo.

Le accuse sono pesanti, un salvataggio in mare di persone in cambio di soldi attraverso la compagnia armatoriale, Idra social shipping, che fornisce all’associazione la nave di ricerca e soccorso e cura la gestione degli equipaggi.

Mediterranea si difende e rilancia. Il Procuratore di Ragusa, ha più volte esternato pubblicamente la sua crociata contro le Ong arrivando a sostenere che “bisogna che non passi l’idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa essere una cosa consentita”.

Per la Ong “è un vero e proprio teorema giudiziario, in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio siano preordinate allo scopo di lucro. Si vuole creare quella “macchina del fango” che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese, dal caso di Mimmo Lucano alle inchieste di questi giorni contro chi pratica la solidarietà ai migranti che attraversano la rotta balcanica”

Mediterranea promette che non si fermerà a causa di questo attacco e continuerà ad essere in mare, lì dove i crimini che vengono commessi e sono quelli di strage, tortura, stupri, sevizie.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale