[Apertura: Questa è la voce dell’attivista di Legambiente: l’associazione aveva annunciato la scomparsa del lago di Pergusa in Sicilia, vittima di questi mesi di siccità. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 12 luglio 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].
Oggi parliamo di reati ambientali e mafie. È stato presentato il Rapporto Ecomafia di Legambiente nel trentesimo anniversario dalla presentazione del primo rapporto sulla cosiddetta Rifiuti S.p.A. – pubblicato nel marzo 1994. In questi 3 decenni il Rapporto Ecomafia è diventato sempre più un’opera omnia per analizzare nei minimi dettagli i fenomeni criminali legati al business ambientale che, come ci raccontano anche i numeri di quest’anno, non smette di colpire l’Italia. Crescono, infatti, purtroppo, in maniera significativa i reati ambientali nel nostro Paese: nel 2023 sono stati 35.487, con un +15,6% rispetto al 2022.
Aumenta, in maniera ancora più rilevante, il numero delle persone denunciate, così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti con un incremento del 66,1%. Uno scenario inquietante. Ascoltiamo il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e il giornalista Enrico Fontana della segreteria nazionale dell’associazione.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale