Le parole di Feltri e i fondi per il Mezzogiorno: cronaca del divario Nord-Sud


 

 

“Alcuni meridionali sono inferiori”. Le parole di Vittorio Feltri hanno scatenato indignazione e polemiche, la punta di un iceberg di invettive sul Mezzogiorno in questa emergenza Covid-19.

L’Ordine dei giornalisti ha avviato l’istruttoria disciplinare contro il direttore di Libero e sono partiti gli esposti civili e penali. Quello di Feltri non è l’unico caso mediatico che infiamma l’opinione pubblica al Sud. Nel mirino anche un servizio de Le Iene sulle spese solidale a Napoli in cui sarebbero coinvolti i clan, come denunciato da alcuni magistrati antimafia. È solo un problema di discriminazione e hate speech? Il “pressing” mediatico tra fake news e razzismo fa da cornice a interessi economici e questioni sociali più ampie. I

l Sud è da una parte una bomba sociale nello scenario di crisi, impoverimento e disoccupazione previsti dalle stime della Fase 2. Dall’altra c’è la denuncia che arriva dal presidente di Legacoop Puglia sulla bozza di un documento del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica), dal titolo “L’Italia e la risposta al Covid-19”, che sembra prospetti due ipotesi di intervento assolutamente ingiustificate e molto dannose per il Mezzogiorno: la ridistribuzione in favore del Centro – Nord delle risorse Fondo Sviluppo e Coesione e la sospensione della regola che indirizza il 34% degli investimenti delle P.A. al Sud.

Tra narrazioni tossiche e decisioni di natura economica questa emergenza ha mostrato il divario tra due pezzi del nostro Paese che in 160 anni di Unità d’Italia non è mai stato sanato. Con buona pace di Lombroso e dei suoi eredi contemporanei.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale