Le parole di un’estate italiana e la ricerca di una “resistenza comunicativa”


 

 

Queste sono le parole della scena finale del film Il muro di gomma di Marco Risi sulla strage di Uscita: le parole dell’ex presidente del consiglio Giuliano Amato hanno riaperto le pagine di uno tanti, troppi segreti di questo Paese. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 4 settembre 2023, anno II della guerra, anno 4° della pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo di parole in un’estate dove il racconto di certi fenomeni hanno scatenato reazioni sui media e sui social. Dal viaggio di Elkann che definisce lanzichenecchi alcuni giovani incontrati in una carrozza di un treno verso Sud a quelle di Concita De Gregorio che per criticare fortemente tiktok e i social network agita il ritorno delle “classi differenziali” a scuola per persone reputate mentalmente “decerebrate”.

Nelle torride giornate estive, si sa, è facile lasciarsi andare sotto l’ombrellone tra una tintarella e un tuffo ma chi ha un ruolo nella comunicazione non può sottrarsi alla responsabilità. Ultimo in ordine di tempo, infine, è stato il giornalista Andrea Giambruno che dopo i gravissimi fatti di violenza sessuale a Palermo agita “i lupi” a cui le donne devono stare attente se vogliono ubriacarsi. Le parole fanno notizia se usate per colpire, trafiggere o autorappresentarsi in una fase dove è necessario trovare lo spazio per una comunicazione responsabile e attente ai fatti e alle persone. Ascoltiamo Andrea Volterrani, professore all’Università di Roma Tor Vergata e direttore del Master in comunicazione sociale.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale