Il podcast integrale
Avete appena ascoltato il commento della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini alla riforma delle modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina. Un provvedimento che impatterà su medici, famiglie e tutti gli studenti che nella vita sognano di indossare il camice bianco.
Addio test di ingresso a Medicina, accesso libero per il primo semestre. Sarà una graduatoria nazionale a dire chi potrà andare avanti. Da quando è stato approvato dalla Commissione Istruzione del Senato, esattamente una settimana fa, il disegno di legge delega ha scatenato un polverone di reazioni non esattamente entusiaste. Quali sono le maggiori criticità che potrebbero emergere? Ne abbiamo discusso con il primo “sfaticato” della settimana, Francesco Rao, studente iscritto al sesto anno del corso di studi di Medicina e Chirurgia presso l’Università di Palermo.
Il nuovo sistema non convince i giovani che hanno abitato o abitano attualmente il mondo universitario. Cosa comporterebbe un aumento repentino di studentesse e studenti? Questo il giudizio di Rao.
Estendere il numero di posti disponibili significa anche andare incontro a un altro rischio, sempre più concreto: avere una pletora medica tra pochi anni. Di che si tratta?
Il secondo “sfaticato” della settimana è Lorenzo Giraudo, specializzando in psichiatria presso l’Università di Torino e segretario coordinatore di Giovani Medici per l’Italia. Ecco il suo commento.
Quali sono le conseguenze di questa pletora medica? Perché l’aumento degli aspiranti medici rischia di aggravare il problema?
Espatrio o sfruttamento, nonostante la nuova riforma si ponga proprio l’obiettivo di far restare in Italia gli studenti che si iscrivono ad atenei esteri a causa di un mancato accesso ai corsi di Medicina nel nostro Paese. Da dove nasce la necessità di superare l’attuale sistema di selezione? Ricostruiamo i punti critici dei passati test di ingresso con Francesco Rao.
E’ possibile migliorare il meccanismo di selezione, senza sfociare nel sistema del “semestre filtro”? Questo il parere del dottor Giraudo.
La proposta dei Giovani Medici cerca dunque di tenere insieme diverse istanze: la necessità di un test di ingresso chiaro e uniforme, il mantenimento di una formazione di qualità, il contrasto alla “pletora medica”. A partire da un cambiamento del sistema universitario questa spinta propulsiva dovrebbe poi coinvolgere anche la fase post laurea, quando i nuovi professionisti medici incontrano il Servizio Sanitario Nazionale. Quali sono le prospettive del lavoro nel settore pubblico?
🎙 Sfaticati – La risposta dei giovani, a cura di Pierluigi Lantieri