Otto marzo, parole d’odio: la dimensione digitale della violenza di genere


 

 

La voce di una studentessa iraniana di Mashad che testimonia l’odore di gas che nella sua scuola ha provocato malori e svenimenti: questa sarebbe la punizione del regime contro il movimento che da settembre si ribella agli Ayatollah.

Oggi parliamo di violenza di genere e disabilità. Nel 2022, secondo l’ultimo rapporto di Vox, Osservatorio italiano su diritti, che monitora l’odio espresso sui social tramite Twitter, le donne sono state le più colpite, seguite dalle persone con disabilità. La violenza contro le donne è una delle forme più gravi di violazione dei diritti umani basata sul genere ed è un fenomeno mondiale. Da molti anni, gli episodi di violenza di genere contro le donne sono stati amplificati o agevolati dalla tecnologia, in particolare online.

Il 20 ottobre 2021, il GREVIO, Gruppo di esperti/e sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne, organismo indipendente del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Istanbul in tutti i paesi che l’hanno ratificata, ha adottato la Raccomandazione generale n. 1 sulla dimensione digitale della violenza di genere. Questo sarà uno dei temi centrali del digital talk “Le mimose non bastano. La dimensione digitale della violenza di genere”, che FISH promuove per mercoledì 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna.

L’iniziativa vedrà una tavola rotonda moderata da Silvia Cutrera, coordinatrice del gruppo donne FISH con gli interventi di Silvia Lisena, Gruppo Donne UILDM, Silvia Brena, Vox Diritti, Federico Faloppa, coordinatore Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, Laura Abet, Gruppo donne Ledha, Stefania Leone e Haydée Longo del Gruppo Donne della FISH. Ascoltiamo il presidente della Fish onlus Vincenzo Falabella.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale