Quell’ingiustizia delle multe ai senza dimora


 

Ai confini del Covid e del freddo inverno ci sono le condizioni di persone senza nome.

Sono i senza dimora e clochard che contano numerose vittime in questo periodo di temperature gelide. Si sono susseguiti appelli alle istituzioni, soprattutto a Roma, per far aprire le stazioni delle metropolitane e trovare soluzioni temporanee come quella di Sant’Egidio e Federalberghi: riaprire hotel chiusi.

Sempre nella capitale il circolo Arci “Sparwasser” dopo 10 mesi di chiusura e di “affitto pagato a vuoto”, si è trasformato in un dormitorio per senza tetto con il progetto “Qui c’è posto”.

Come già denunciato nel primo lockdown, però, oltre al danno c’è la beffa. L’associazione Avvocato di strada è riuscita a eliminare almeno 4 multe previste nel dpcm di marzo nei confronti di senza dimora, l’ultima a Bologna. Ma il fenomeno potrebbe essere molto più esteso e si ripercuote negli anni. Le multe rimangono, si accumulano e, se non le si può pagare perché si è nullatenenti, gli importi negli anni si moltiplicano fino a raggiungere cifre considerevoli: una sorta di pendenza a vita per chi potrebbe provare percorsi di reinserimento e inclusione.

Ai confini della pandemia l’ingiustizia si applica a norma di legge.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale