La verità vi prego sull’amore… tra padre e figli

“Perché ridi sempre?” chiede Daria. Tito risponde sorridendo: “Sono fatto così”.
Non poteva rispondere in modo più appropriato. Era l’unica vera risposta che mi aspettavo.
Perché Tito è così: sorridente, curioso. In una sola parola: sereno.

La storia di Tito è quella contenuta nel libro ‘La caduta’ raccontata dal papà Diogo, brasiliano trapiantato a Venezia. Una storia che racconta l’amore tra un padre un figlio, ma soprattutto di come si costruisce il rapporto, la relazione che si instaura sin dai primi vagiti. E non è per dire ma quando ho visto Diogo Mainardi e Tito parlare con Daria Bignardi a Le Invasioni Barbariche ormai qualche sera fa mi sono sentito un padre a metà: io, che di figli ne ho due, davanti a Tito e Diogo mi sono sentito piccolo piccolo. Quasi non all’altezza del mio ruolo.
Mi ha ammaliato la serenità di Diogo, la sua naturalezza nel rapportarsi con Tito, la sua pacca sulla spalla, la sua ironia. Come Diogo guardava suo figlio, la sua dichiarazione di amore (che non era per il problema del figlio, ma era per lui, solo per lui) mi ha colpito. Io ero lì davanti allo schermo e ne percepivo la sostanza: come era possibile non coglierne un insegnamento? Ma perché questo senso di inadeguatezza? Sarei stato forse un padre diverso per Tito? Non lo so.
Ma si parla di diversità. Che tipo di diversità?
Per me è un dettaglio: Tito è nato tredici anni fa con una paralisi cerebrale in un ospedale di Venezia a causa dell’errore di un medico.
E così, dopo la risposta di Tito a Daria, sono andato a dormire, sereno, più sereno anch’io.
“Sono fatto così” e ‘La caduta’ è per ora il mio mantra…
Ora tutte le volte che li guardo, i miei figli, penso a quella pacca sulla spalla e a quanto la paura della diversità, qualunque essa sia, debba essere colmata con l’impegno e la vicinanza.
Questo è quello che penso.