Dopo il “venerdì nero” del 29 agosto con i dati sulla deflazione, il Rapporto Coop ci consegna altri numeri drammatici per il nostro Paese. L’elenco della involuzione economica è lunghissimo: divario Nord-Sud, la disoccupazione generale a oltre il 12% e quella giovanile al 43, la diminuzione dei redditi degli under 35 del 17%. Eppure c’è un dato che spaventa ancora di più e non riguarda i parametri economici.
Il Paese rinuncia e non solo ai beni materiali. Si rinuncia alla vita politica, sociale e di comunità. Quasi metà della popolazione non vota, il 36% non ha un’opinione politica, 7 su 10 non hanno fiducia nelle istituzioni. E ancora si rinuncia ad avere figli, 2 su 10 decidono di non averne e ciò riguarda anche i residenti immigrati. E anche la religione non è messa bene con il 67% che non va a messa. Questa miscela esplosiva della rinuncia, della sfiducia e di un impossibile cambiamento produce una sola conseguenza: lasciare il Belpaese. Solo nell’ultimo anno ben 80mila italiani si sono trasferiti all’estero.
Questo blog nasce proprio dalla convinzione che la buona economia si basa anche su altri parametri e non solo sui soldi. Essa nasce da un benessere complessivo, da un tessuto sociale e cultura, da un impianto di idee e valori che questo Paese ha perso. In queste condizioni non è dato sapere se l’Italia potrà attendere altri mille giorni né come saremo ridotti fra 3 anni. Bisogna fare prima, occorre fare presto: tutti siamo chiamati a reagire di fronte alla resa.