Afghanistan, i talebani spengono l’unico canale sportivo


Sport al bando. In Afghanistan i talebani spengono l’unico network sportivo, 3Sport Tv, che è stato costretto a interrompere le trasmissioni, dopo dieci anni di attività, in cui ha raccontato eventi che si disputavano nel Paese e nel mondo. Il divieto allo sport femminile imposto dai talebani è uno dei motivi principali che ha portato alla chiusura dell’emittente.

Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato intervistato da un giornalista sulla sospensione della sua trasmissione televisiva. Shafiqullah Salim Pouya sta ancora pensando ai giorni in cui progettava, nei viali dell’Università di Kabul, un mezzo attraverso il quale portare lo sport nelle case dei cittadini afghani. Negli ultimi due mesi, da quando i talebani hanno preso il potere, tutti i diritti e le conquiste del popolo afghano si sono sgretolati uno dopo l’altro. Circa il 70% dei media ha cessato la propria attività. Tra questi 3Sport Tv unico network sportivo televisivo del Paese, nato dieci anni fa, che copriva gli eventi sportivi in Afghanistan e nel mondo. La libertà di parola e l’attività di centinaia di testate giornalistiche cartacee, televisive e radiofoniche sono tra le conquiste più importanti degli ultimi due decenni e sono ora sull’orlo dell’estinzione. Dopo l’acquisizione del potere da parte dei talebani, circa il 70 per cento dei media nel Paese ha cessato di funzionare. Il Comitato per la sicurezza dei giornalisti afghani, ha recentemente affermato che il tasso di informazione in Afghanistan ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 20 anni.

Le restrizioni dei talebani hanno colpito non solo i piccoli media, ma anche i canali televisivi. Tra questi ultimi 3Sport Tv, l’unico canale televisivo sportivo in Afghanistan che trasmetteva eventi sportivi che si disputavano nel Paese e nel mondo. Shafiqullah Salim Pouya, il fondatore di 3Sport Tv, ricorda quando, al primo anno di università decise di creare una stazione televisiva completamente dedicata allo sport: “Mosso da una grande determinazione e nonostante i timori iniziali perché le persone non prestavano molta attenzione allo sport, grazie ad un investimento iniziale di un milione di dollari sono riuscito nel mio intento”.

Oltre a seguire gli eventi sportivi, 3Sport Tv ha organizzato anche diverse competizioni. Salim Pouya racconta di aver iniziato con “100 persone e in fasi diverse, secondo necessità, di averne impiegate anche più di cento. Soddisfacente il numero di spettatori che il network è riuscito a conquistare in dieci anni, anche se non ha mai raggiunto il livello che ogni uomo d’affari immagina. Nonostante tutte le difficoltà, 3Sport ha continuato a operare fino a quando i talebani non hanno preso il potere”. “Dopo l’arrivo dei talebani, a causa delle restrizioni imposte ai media, la cessazione delle attività sportive femminili e con essa il divieto di trasmettere programmi sportivi che coinvolgessero le donne abbiamo dovuto sospendere la programmazione”. Ed è proprio il divieto allo sport femminile imposto dai talebani uno dei motivi principali per cui 3 Sport Tv ha interrotto le sue attività.

A seguito di ciò Pouya è stato costretto a licenziare decine di dipendenti che in questi dieci anni avevano lavorato duramente. “Di certo non ci aspettavamo che potesse accadere una cosa del genere”. Tuttavia, Salim Pouya , anche se oggi non nasconde dolore e frustrazione per la cessazione dell’attività dei media afghani, continua a sperare che, se la situazione migliorerà, possano riprendere le trasmissioni dell’unica rete sportiva afgana, che ribadisce – è una finestra di sano intrattenimento per la gente, specialmente per i giovani. Attivisti per il diritto alla libera informazione e i sostenitori dei media, la maggior parte dei quali non si trova attualmente in Afghanistan, avvertono che se la situazione attuale non verrà affrontata, la maggior parte delle testate giornalistiche verrà chiusa nei prossimi giorni annullando così vent’anni di battagli e sacrifici fatti per la conquista della libertà di espressione in Afghanistan.