Per gli enti del terzo settore che in Lombardia si occupano di accoglienza di migranti, il decreto sicurezza rappresenta una sorta di anno zero. Il servizio di Anna Monterubbianesi. Il decreto sicurezza visto dai centri d’accoglienza significa migliaia di migranti in strada e oltre cento mediatori culturali senza lavoro. Queste le previsioni di Progetto Arca, Caritas Ambrosiana e cooperativa Aeris a Milano che fanno il punto su un decreto che di sicurezza sembra avere ben poco. C’è infatti un aspetto importante, le nuove linee guida del Viminale prevedono una drastica riduzione dei compensi riconosciuti per ogni persona ospitata, da 35 a poco più di 20euro al giorno, che significa offrire solo vitto e alloggio. Ma le realtà di Terzo settore non ci stanno ad accogliere senza poter contemporaneamente attivare percorsi di vera integrazione. E se già in questi anni per le Prefetture è stato molto difficile trovare luoghi e comuni dove ospitare i profughi, ora ci saranno difficoltà anche per gli enti disponibili a gestire i centri di accoglienza, con il rischio che ai bandi si presentino solo le realtà che mirano unicamente a incassare. Il Decreto Sicurezza in sostanza renderà più difficile per i migranti trovare un lavoro regolare, inserirsi nella società, vivere una vita normale.
Allo sbando
11/12/18
Società