Capitano, oh mio capitano


“France’ dacce ‘na mano, il tuo campetto non esiste più”. Il calcio popolare romano chiede aiuto a Totti. Gli  attivisti del Calcio popolare Borgata Gordiani gli hanno scritto una lettera aperta chiedendo di aiutarli a riqualificare il campo smantellato dall’amministrazione capitolina per la presenza di amianto senza mai interloquire con gli attivisti del quartiere.

La porta dove il Capitano aveva segnato i primi gol della sua vita calcistica non c’è più. L’impianto del quinto municipio smantellato dall’amministrazione grillina per la presenza di amianto e mai più ripristinato. Forse solo il campione potrà restituirlo ai ragazzi del quartiere. I ragazzi della sua generazione che come lui hanno giocato sul campo di Villa Gordiani, quando un Totti ancora bambino indossava la maglia della Lodigiani e incassava dal padre e dallo zio “cinquemila lire a gol”. All’epoca era il campo della Fortitudo. Totti calciava e il pallone finiva sistematicamente in una porta che adesso non c’è più.

Dopo aver visto il film di Alex Infascelli gli attivisti del Calcio popolare Borgata Gordiani hanno scritto una lettera pubblica al “Capitano” per chiedergli di aiutarli a riqualificare il campo smantellato dall’amministrazione grillina per la presenza di amianto senza mai voler interloquire con gli attivisti del quartiere.

“Le abbiamo provate tutte – scrivono gli attivisti del Calcio popolare Borgata Gordiani – abbiamo baccagliato quando so’ arrivate le ruspe interrompendo i lavori, siamo andati ai Consigli del municipio V, abbiamo raccolto firme e presentato progetti. Niente. Non c’hanno mai ascoltato”.

Oggi però, proseguono, come se stessero parlando a un amico, “abbiamo scoperto che su quel campo anche tu hai scritto un pezzetto della tua storia. Quella che pensavamo essere una storia solo nostra è una storia anche tua. E allora ancora una volta non vogliamo avere rimpianti e parliamo con te: dacce ‘na mano France’. Ridiamo ai ragazzini di questo quartiere il sogno di entrare in campo e cercare con gli occhi i genitori sotto quel monumento. Com’era prima. Com’era quando hai segnato quel rigore. È questo il nostro sogno. Niente di più. Tu puoi aiutarci a realizzarlo. Ascoltace almeno te, France’. E non te scordà che ce devi cinquemila lire”.