Carta olimpica e inclusione: il caso Khalif-Carini accende il dibattito


Il caso Khalif-Carini ha scatenato il dibattito su sport e questione di genere. Il servizio è di Ivano Maiorella

Regole eque certe e la possibilità per tutti di gareggiare. La Carta olimpica deve sapersi aprire e rinnovare. Questi Giochi di Parigi, a partire dalla cerimonia inaugurale, stanno dando prova di dinamismo, pur tra alcune incoerenze che rimangono. Lo sport non puó essere un ordinamento nell’ordinamento, deve sapersi interpretare come parte dell’ordinamento e del diritto internazionale. L’incontro tra l’algerina Khelif e l’italiana Carini ha visto di fronte due donne, lo dicono i regolamenti olimpici e i passaporti delle due atlete. Gli stessi che devono garantire il diritto ad atleti trans o lgbti+ di scendere in pedana senza discriminazioni. Perchè l’olimpismo esalta la “qualità del corpo”, dice la Carta olimpica: sempre diverso, sempre differente. La sfida contro i pregiudizi è lunga, lo sport puó fare la sua parte.