Cuba rompe un altro tabù: le donne potranno tornare a fare boxe


Il momento di cambiare

Cuba rompe un altro tabù e permette alle donne di fare la boxe. Il Ministero dello Sport apre all’inclusione e crea la prima nazionale rosa. Tra gli uomini è il Paese con più titoli olimpici e mondiali.

Un’altra rivoluzione sportiva nell’isola della rivoluzione: a Cuba, notoriamente potenza della boxe dilettantistica (quella olimpica con 80 titoli mondiali e 41 ori olimpici), anche le donne potranno rimettere i guantoni e salire sul ring. Combattere. Era stato Fidel Castro ad abolire il professionismo nel 1959. A deciderlo è stato il vertice dell’Inder, il ministero dello sport. La prima nazionale debutterà nel 2023 ai Giochi Centroamericani di San Salvador, l’obiettivo sarà qualificare le donne per i Giochi olimpici di Parigi 2024. Quasi certo il debutto anche ai Mondiali di maggio 2023 in Uzbekistan validi per i pass olimpici. “Lavoriamo da anni per questo ritorno, si tratta di dare spazio alle donne che lo chiedono” ha detto il vicepresidente dell’Inder, Ariel Saínz. Una nuova parità sportiva, un gap che si colma. A sollecitare e avallare l’apertura era stata la federazione delle donne cubane. “Siamo sorprese e super felici, possiamo volare con la mente” ha detto a Radio Habana Cuba Idamelys Moreno, 30 anni, mamma di un bambino di due, che cerca un posto in nazionale.

La pre selezione di 48 pugili cubane dai 19 ai 40 anni, avverrà il 16 e 17 dicembre e da lì verrà fuori un team di 12 per le 6 categorie olimpiche, ha specificato il presidente della federazione Alberto Puig. “Già sette si stanno allenando” ha precisato Puig. Alla presentazione c’era Rebeca Hernández, coordinatrice del Programma nazionale di crescita delle donne sportive che comprende ora la boxe dopo le sezioni rosa di karate e taekwondo, che annovera l’ex iridata Glenhis Hernández. “Abbiamo fatto diversi studi e l’obiettivo era proteggere le ragazze dalla pratica di questo sport. Già l’inserimento delle donne nel programma olimpico da Londra è stata un segnale forte: non aveva più senso lasciare fuori solo le nostre donne” ha chiosato il presidente. Il processo di apertura è stato avvantaggio da regole più inerenti alle problematiche delle donne, come la Costituzione cubana approvata nel 2019 e il nuovo Codice di famiglia dello scorso settembre. Di certo è anche il messaggio importante: anche le donne possono praticare la boxe e non fuggire per coronare il sogno di lottare sul ring, c’è la parità nello sport in un’isola che magari vedeva le donne in una condizione inferiore per praticare certi sport.