È il nome della nuova campagna di Medici Senza Frontiere per sostenere quattro ospedali in Yemen, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e Libano. L’iniziativa ha anche l’obiettivo di accendere i riflettori su contesti di crisi del tutto dimenticati, dove sono le persone comuni a pagare il prezzo più alto di guerre che non combattono.
Nell’ospedale di Taiz in Yemen, nel pieno di una guerra che ha causato una delle peggiori crisi umanitarie attualmente in corso, con tre milioni di profughi interni, 22 milioni di persone che hanno urgente bisogno di assistenza e più di 1 milione di persone colpite dal colera, i medici di MSF visitano ogni mese circa 2.000 donne in gravidanza che altrimenti non avrebbero accesso alle cure. In Libano, nella città di Bar Elias vicino al confine siriano, MSF ha aperto a inizio ottobre un nuovo ospedale con 22 posti letto e 2 camere di isolamento specializzato in interventi di chirurgia ricostruttiva e rivolto principalmente ai rifugiati siriani e alle comunità vulnerabili in Libano, che a breve avrà in funzione anche due sale operatorie e riuscirà a ricoverare fino a 54 pazienti.
Tra le quattro maternità presenti a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, paese bloccato da anni in una spirale di violenze e rappresaglie ma praticamente assente dalle agende internazionali, quella di MSF all’ospedale di Castor è l’unica che offre assistenza gratuita alle madri e ai loro bambini. Infine in Sud Sudan, lo stato più giovane al mondo, in guerra praticamente da quando è nato con oltre 2 milioni di rifugiati e altri 2 di sfollati che dipendono dagli aiuti per sopravvivere, il centro di salute MSF nel campo di Doro risponde ai bisogni sanitari di 50.000 sudanesi fuggiti dalla guerra in Sudan, fornendo cure neonatali, ma anche prevenzione dell’HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili, oltre che supporto per le vittime di violenza sessuale e di genere, che nel paese è una drammatica realtà quotidiana.
“Un giorno in Sud Sudan ho visto un bambino gravemente malnutrito che stava spirando fra le braccia della mamma. Sono corso a chiamare un collega, ma era troppo tardi. Ho visto centinaia di bambini morire, ma quella volta non la scorderò mai: vedere la vita che se ne va così, in una manciata di minuti, è una sensazione impossibile da dimenticare. Ecco, questa è la guerra in Sud Sudan” è la testimonianza di Angelo Rusconi, logista di MSF, nel libro “Lettere dal cuore dei conflitti” che raccoglie tanti altri racconti di operatori MSF in prima linea.
La campagna “Cure nel cuore dei conflitti” chiude le celebrazioni dei 25 anni dalla fondazione di MSF in Italia. MSF fornisce soccorso in 72 paesi, in base ai principi dell’etica medica e dell’imparzialità, ed opera solo grazie al sostegno di donatori individuali, aziende e fondazioni, che garantisce l’indipendenza anche economica della nostra azione. Il 100% dei fondi raccolti da MSF in Italia proviene da donazioni private.