D come donne D come diritti


Oggi si festeggia un 8 marzo in chiaroscuro. Il servizio di Clara Capponi. “Sono passati settant’anni dalla prima volta del voto alle donne in Italia. Vogliamo festeggiare le conquiste del passato ricordando quello che ancora c’è da fare in tema di diritti al femminile. Riguarda le donne rifugiate, che, secondo il rapporto dell’ europarlamento, devono fare uno sforzo maggiore per integrarsi e sono più esposte al rischio di essere vittime di sfruttamento sessuale. Riguarda il 31% delle donne tra i 16-70 anni che ha subito violenze fisiche o psicologiche, nella maggioranza dei casi da parte di un familiare, di un amico o di un conoscente. Riguarda quelle donne che faticano a trovare un lavoro: per loro più occupazione rispetto a 35 anni fa ma solo una su due tra i 15 e i 64 anni trova un impiego. Riguarda quelle donne per le quali abortire è un’impresa. La legge 194 del ’78 esiste solo su carta. Nell’Italia di oggi il 40% degli ospedali non garantisce l’aborto. Riguarda 1 milione e 809mila donne che trovano comunque il tempo per fare volontariato. Da Clara Capponi e Anna Ventrella l’augurio è quindi di un’uguaglianza di genere per tutte le donne del mondo.”