Debutti


In Italia, la calciatrice azzurra Sara Gama è la prima vicepresidente dell’Associazione italiana calciatori; in questi stessi giorni, con la riforma dell’ordinamento sportivo, finalmente si inizia a parlare anche da noi di professionismo sportivo femminile e stasera la francese Stephanie Frappart sarà a Torino per arbitrare, prima donna della storia, una partita della Champions League maschile.

Giorni entusiasmanti per lo sport femminile, in particolare il calcio. Sara Gama è la prima donna ad essere nominata vice presidente dell’Assocalciatori. Capitano della Juventus e della Nazionale Italiana, ha da sempre lottato per i diritti delle calciatrici. La sua elezione è avvenuta lunedì 30 novembre dopo la nomina a nuovo presidente di Umberto Calcagno. Con Davide Biondini nel ruolo di vice presidente vicario e Gianni Grazioli direttore generale, la nomina di Sara Gama rappresenta un momento importantissimo per il calcio italiano. Specie per i diritti delle calciatrici. Sara Gama è infatti in prima linea nella lotta per la parità di trattamento delle atlete specie in vista del passaggio al professionistico preciso nel 2022.

Una giornata davvero storica per il riconoscimento di uno status che fino a pochi anni fa sembrava davvero irraggiungibile per tutto il movimento in rosa. Ben quattro campionati, due Coppe Italia, tre Supercoppa Italiane e la fascia da capitano della Juventus e della Nazionale Italiana per Sara Gama che in pochissimo tempo si è fatta conoscere in tutto il mondo. Nata a Trieste nel 1989, è stata da sempre appassionata di sport e calcio. Prime esperienze nello Zaule e nella Polisportiva San Marco di Villaggio del Pescatore prima del passaggio Tavagnacco. Ha poi vestito le maglie del Chiasiellis e Pali Blues prima dei tre anni a Brescia in due tornate diverse. Nel mezzo anche un biennio al Paris Saint-Germain che le ha consentito di maturare molto.

Nel 2017 arriva la Juventus che consente a Sara di potersi consacrare definitivamente. Sara Gama fa parte del consiglio federale dal 2017: è uno dei volti più attivi del movimento femminile italiano, in grande crescita proprio dopo il successo al Mondiale 2019. Nel 2001, l’attuale ct azzurra, Milena Bertolini, era stata la prima donna a entrare in consiglio Figc sempre con l’Aic. Stéphanie Frappart, invece, diventerà la prima donna ad arbitrare in Champions League, dirigendo la sfida Juventus-Dinamo Kiev, e confermandosi così come uno dei più importanti direttori di gara del calcio contemporaneo. La francese, infatti, è stata premiata nel 2019 con il Globe Soccer Award dedicato al miglior arbitro dell’anno, fino a quel momento assegnato esclusivamente ai maschi, ma è almeno da sei anni che sta abbattendo un muro dopo l’altro, affermandosi come una delle figure principali nella lotta agli stereotipi di genere nel calcio. Frappart è nata a Herblay, a nord di Parigi, in quella regione dell’Ile-de-France che fa ormai da culla a quasi tutto il meglio del calcio transalpino ed europeo. Arbitra dall’età di 13 anni e ha vissuto una rapida ascesa che, dopo un Master in Scienze motorie e il ruolo di direttrice del Dipartimento amministrativo della FSGT (la Federazione Sportiva e Ginnica del Lavoro della città di Parigi), l’ha portata ad arbitrare un match maschile già nel 2014, a soli 30 anni, dirigendo la sfida di Ligue 2 tra Niort e Brest, stabilendo così il suo primo record.

Da allora, Frappart si è affermata come una delle migliori direttrici di gara in campo femminile, arbitrando ai Mondiali e alle Olimpiadi, e un vero riferimento per tutta la categoria. Ha subito ricevuto le attenzioni e il supporto della Federcalcio francese, in particolare del selezionatore degli arbitri del calcio professionistico transalpino Pascal Garibian, che il 28 aprile 2019 l’ha fatta debuttare in Ligue 1, dirigendo Amiens-Strasburgo. Prima donna ad arbitrare un match della prima serie maschile: un altro traguardo storico. Pochi mesi dopo, è stata di nuovo chiamata a lavorare ai Mondiali femminili, i più seguiti e pubblicizzati della storia, e designata per la finale tra Stati Uniti e Olanda, venendo di fatto certificata come la migliore a livello femminile. Un risultato che, a questo punto, ha convinto la UEFA ad affidare a Frappart la direzione della Supercoppa europea dello stesso anno tra Chelsea e Liverpool, che è stato il momento in cui il suo nome è diventato realmente di fama globale. Opinione che da allora non solo non è cambiata, ma si è anche rafforzata, tant’è vero che lo scorso 22 ottobre Frappart ha diretto per la prima volta anche un match di Europa League (quarto record), con la sfida tra Leicester City e Zorya, che ha fatto da antipasto per l’esordio in Champions League di questa sera.

A 37 anni da compiere tra poche settimane, Frappart è ormai il nome di punta tra le direttrici di gara, e ha ancora tempo e modo di stabilire ulteriori primati. “Tecnicamente e fisicamente siamo come gli uomini – aveva detto, prima della Supercoppa – Spero che il mio esempio serva per tutti gli arbitri donna e per tutte le ragazze che aspirano a fare questo lavoro”. Intanto, con Juventus-Dinamo Kiev Stéphanie Frappart diventerà anche la prima donna ad arbitrare una squadra italiana, visto che in Serie A ancora il muro non è caduto.

di Pierluigi Lantieri