Al festival dello sviluppo sostenibile i dati di Asvis sull’Europa. Il servizio è di Giuseppe Manzo. (sonoro)
L’Unione europea è l’area geopolitica con la migliore qualità della vita al mondo, ma molto resta da fare soprattutto in Italia per assicurare la sostenibilita’ economica, sociale e ambientale dello sviluppo, nonchè per ridurre le disuguaglianze tra i suoi territori. Questo è il quadro che emerge dagli indicatori compositi presentati ieri dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile in occasione dell’evento che inaugura il Festival dello sviluppo sostenibile promosso dall’ASviS. L’analisi realizzata, aggiornata al 2017, traccia l’evoluzione dell’Unione europea e dei suoi 28 Stati membri rispetto al raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) previsti dall’Agenda 2030, approvata il 25 settembre 2015 dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, inclusa l’Italia. “Emergono luci e ombre, che dovrebbero far attentamente riflettere i leader europei”, commenta il Portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini. “Se tra il 2010 e il 2017 l’Unione ha visto miglioramenti in molti campi, temi quali la lotta alle disuguaglianze e al cambiamento climatico, l’innovazione e la buona occupazione richiedono azioni urgenti e piu’ incisive’.