Un’attività sportiva terapeutica per le donne che hanno subito un’intervento al seno o che stanno ultimando le terapie. L’idea è nata nel 1996 in Canada ed ora arriva in Italia grazie al progetto del Canoa club cittadino e sarà seguita da una fisioterapista e da una psicologa.
L’attività del Dragon boat, nasce in Cina già nel 500 a.c. ed oggi è diventata una vera e propria attività sportiva con manifestazioni in tutto il mondo. Nel 1996 in Canada, grazie al dottore McKenzie, nasce il progetto “Abreast in a boat” dedicato alle donne operate al seno con l’obiettivo di sfatare il mito che le donne operate non potessero svolgere attività fisica. Ed è proprio per le donne operate al seno, e alla prevenzione e riabilitazione loro dedicate, che è pensata questa manifestazione aperta comunque a tutti.
Le istruttrici Giorgia Minzoni, Anna De Lucchi, Giulia Tomasi e Giada Carniel, che saranno a capo del progetto, introducono la disciplina affermando che “Siamo in possesso di un dragone che prevede 20 pagatori, un tamburino a prua e un timoniere e puntiamo all’acquisto di una seconda imbarcazione. L’attività sportiva sarà seguita da una fisioterapista e da una psicologa. Il fattore fisico è molto importante per questa disciplina perché è da considerare come un «farmaco» sia per donne che hanno finito sia per donne che stanno effettuando la terapia”.