Nel 2015 c’è stato il più alto numero di esecuzioni degli ultimi 25 anni. Sono i dati dell’ultimo rapporto di Amnesty sulla pena di morte nel mondo. Responsabili del 90% delle condanne sono Arabia Saudita, Pakistan e Iran. I dati non comprendono la Cina dove le informazioni sulla pena di morte sono un segreto di stato.
Le persone condannate a morte in 25 paesi sono state almeno 1634, tramite decapitazione, impiccagione, iniezione letale e fucilazione.
Con almeno 977 prigionieri messi a morte, l’Iran ha fatto registrare l’82 per cento delle esecuzioni di tutta la regione medio-orientale, seguito dall’Arabia Saudita che ha messo a morte almeno 158 prigionieri.
Negli Stati Uniti il numero è sceso da 72 nel 2014 a 52 nel 2015, il più basso numero registrato dal 1977, l’anno della ripresa delle esecuzioni. Il numero delle persone in attesa dell’esecuzione è così salito ad almeno 20.292.
Quattro paesi (Figi, Madagascar, Repubblica del Congo e Suriname) hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, portando il totale dei paesi completamente abolizionisti a 102. I paesi che hanno abolito, per legge o nella prassi, la pena di morte sono arrivati a 140. La Mongolia ha adottato un nuovo codice penale, che non prevede più la pena di morte e che entrerà in vigore entro il 2016.