Anche Messi nella rete dello sportwashing: 25 milioni dall’Arabia per promuovere il turismo


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Prosegue il fenomeno dello sportwashing che chiama in causa anche il celebre calciatore argentino Lionel Messi che, secondo quanto riportato da Repubblica, guadagnerà 25 milioni dall’Arabia Saudita per diventare testimonial del turismo nel Paese, e al contempo tacere sulle gravi violazioni dei diritti umani in un paese che mira a ospitare i Mondiali del 2030.

C’è anche l’Arabia Saudita nel futuro di Lionel Messi. Ma questa volta il campo c’entra poco. Gli affari sono affari e secondo il New York Times la Pulce argentina, che ha scelto di lasciare l’Europa dopo la scadenza del contratto con il Paris Saint-Germain per sposare il progetto dell’Inter Miami, club della Mls, ha accettato di diventare testimonial del turismo in Arabia Saudita, ricevendo in cambio 25 milioni di euro. Gli basterà far visita al regno una volta l’anno, scrivere qualcosa sui social e soprattutto non aprire mai bocca sulla sistematica violazione dei diritti umani in un paese che mira a ospitare i Mondiali del 2030.

Come riporta Repubblica i giornalisti del quotidiano americano hanno visionato un documento, datato 1° gennaio 2021 e firmato da Leo e da suo fratello Rodrigo (il suo direttore commerciale), ma non dai funzionari sauditi. Si tratta probabilmente di una bozza, molto vicina però al contratto definitivo, visto che in seguito Messi ha agito in linea con quanto scritto su quei fogli. Nel dettaglio, il fenomeno argentino guadagnerà 2 milioni di dollari per una vacanza in Arabia l’anno della durata di cinque giorni o, in alternativa, per due vacanze annuali di tre giorni ciascuna (le spese di viaggio e l’alloggio a cinque stelle per un gruppo fino a venti persone sono a carico del governo saudita), altri 2 milioni per promuovere l’Arabia Saudita sui social media 10 volte l’anno, e non quando è in vacanza da quelle parti e ulteriori 2 milioni per partecipare a una campagna turistica annuale, tipo il video nel deserto girato nel novembre scorso.