Migranti, le Ong al Premier Draghi: “Chiediamo incontro urgente”


Stop alle stragi in mare: le organizzazioni umanitarie lo gridano sempre più forte. Il destinatario oggi è il premier Mario Draghi, in seguito al drammatico naufragio di giovedì scorso in cui hanno perso la vita circa 130 persone. Sono state inghiottite dalle onde mentre la Ocean Viking (di Sos Mediterranée) e tre mercantili le cercavano disperatamente, senza alcun coordinamento da parte delle autorità. Le associazioni hanno perciò scritto al presidente del consiglio: “Dopo l’ennesima tragedia occorsa nel Mediterraneo giovedì scorso, crediamo indispensabile chiederle un incontro urgente”. La richiesta è stata avanzata da Alarm Phone, Emergency, Medici Senza Frontiere, Mediterranea, Open Arms, ResQ-People saving People, Sea Watch, Sos Mediterranee. Le ong, in un appello pubblicato da ‘la Repubblica’, chiedono di ripristinare un sistema coordinato di soccorso europeo, che avrebbe permesso anche nell’ultima occasione di intervenire tempestivamente. “Nelle oltre 24 ore trascorse tra la prima segnalazione di Alarm Phone e il consumarsi della tragedia – spiegano – la Ocean Viking ha atteso un intervento delle autorità marittime che coordinasse le operazioni, ma nonostante le autorità italiane, libiche e maltesi fossero tenute costantemente informate, questo coordinamento non c’è stato, o almeno non ha coinvolto l’unica nave di soccorso presente in quel momento. Che questa mancanza sia stata fatale è sotto gli occhi di tutti: oltre cento persone hanno perso la vita”.

Una tragedia che è solo l’ennesima di una lunga serie. Le ong ricordano che dal 2014 più di 20mila donne e uomini hanno perso la vita lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale e che dopo il ritiro dell’operazione Mare Nostrum “nessuno degli accordi e provvedimenti adottati dagli stati è mai riuscito a far diminuire il tasso di mortalità”. Da allora le organizzazioni hanno cercato di colmare il vuoto lasciato dagli Stati, ma in assenza di un coordinamento centralizzato, tempestivo e coerente di ricerca e soccorso, tragedie come quelle di giovedì scorso sono le conseguenze da portare collettivamente sulla coscienza. Per questo si torna a chiedere di discutere quali iniziative concrete possono essere assunte dal governo e dall’Europa per garantire interventi coordinati e tempestivi di soccorso. “Come ong – concludono – siamo in mare a colmare un vuoto, ma saremmo pronte a farci da parte se l’Europa istituisse un efficace meccanismo istituzionale e coordinato di ricerca e soccorso che abbia come scopo primario quello di soccorrere persone in mare”.

di Pierluigi Lantieri