Nasce il fondo maternità per le atlete, un primo passo che potrebbe aprire la strada alla revisione della legge 91 del 1981, quella che non riconosce il professionismo e nega dignità alle donne dello sport italiano. Verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale entro il 20 marzo.
Un documento atteso da tempo e da tante, soprattutto, visto che nel decreto a firma dei ministri Lotti e Padoan è previsto anche il fondo maternità per le atlete. Il decreto è figlio di un percorso che nasce da una protesta messa in atto dalle calciatrici di serie A il 17 e 18 ottobre 2015, quando si rifiutarono di scendere in campo per la prima di campionato. A far incrociare le braccia alle calciatrici la mancata applicazione di alcune importanti modifiche nel sistema del calcio femminile come l’abolizione del vincolo sportivo, la possibilità di firmare contratti pluriennali e nuovi finanziamenti. Il decreto fissa due principi importanti: garantire alle atlete il diritto di proseguire il percorso sportivo interrotto durante la maternità; dare una continuità retributiva anche durante il periodo di congedo. Infatti, il contributo prevede mille euro al mese fino ad un massimo di dieci mesi. Per il fondo sono stati stanziati tre milioni di euro per il 2018, mezzo milione nel 2019, uno nel 2020 e per gli anni successivi a regime. Dal provvedimento sono escluse quelle atlete che svolgono un’attività lavorativa che già prevede una tutela della maternità e quelle che appartengono ai gruppi sportivi militari o ad altri gruppi che garantiscono una tutela previdenziale per le future mamme. Inoltre, il decreto prevede anche risorse per sostenere eventi sportivi femminili a rilevanza nazionale e internazionale.