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Il Pescara Calcio è il vincitore della seconda edizione del premio “Sport e diritti umani”, promosso da Amnesty International Italia e Sport4Society. La giuria, presieduta dal giornalista Riccardo Cucchi, ha premiato la squadra abruzzese “per il coraggio di esprimere un messaggio profondo contro ogni discriminazione, valorizzando i principi dello sport che si fondano sulla lealtà e sul rispetto dell’avversario”. Fuori dal campo di gioco l’impegno antirazzista del Pescara si manifesta anche negli ampi spazi della rete, dove ricorre sempre più un linguaggio di disprezzo e incitamento all’odio. Per combattere questo fenomeno, chiamato “hate speech”, il Delfino utilizza tutti i suoi canali social denunciando gli intolleranti da tastiera che interagiscono nei suoi profili. È accaduto, ad esempio, a fine dicembre quando l’ex biancazzurro José Pepin Machin, calciatore della Guinea Equatoriale, è stato vittima di commenti razzisti su Instagram (“vai a giocare a bocce scimmia”, ndr) dopo aver fallito una palla gol nel match contro il Chievo Verona. Tale espressione è stata subito segnalata dal Pescara che condividendo il post su Twitter ha così commentato: “È inaccettabile, e faremo del nostro meglio per tenere questo individuo lontano dai social e non solo. No al razzismo“. Negli scorsi mesi, inoltre, altre azioni del genere hanno fatto il giro del web. Tra queste anche il cartellino rosso mostrato ad un “tifoso” che aveva intimato aveva intimato al profilo Twitter del club di smetterla di parlare di razzismo: “Basta con questa storia del razzismo vi ho sempre sostenuto ma direi che è ora di finirla voi e quei comunisti del caxxo, state per perdere un tifoso fate voi“. Immediata la presa di posizione degli abruzzesi: “Facciamo noi? Bene, signore e signori, Andrea non è più un nostro tifoso #NoAlRazzismo #NoToRacism”. Una risposta ironica e intelligente per emarginare chi continua a trattare il razzismo come un fatto marginale e banale. E il Pescara continua a giocare la sua partita contro ogni discriminazione in tutti i terreni possibili. A gennaio di quest’anno ha aderito alla carta della responsabilità dello sport promossa da Gariwo, onlus milanese impegnata nella lotta alla xenofobia e all’antirazzismo, insieme a numerosi campioni olimpici di tutte le discipline sportive. Sottoscrivendo il documento la società biancoazzurra ha aggiunto che “con questo spirito la squadra continuerà a dimostrare il suo impegno nella lotta al razzismo, all’intolleranza, ad ogni forma di prevaricazione nei confronti di ogni essere umano”.
Grazie a queste e molte altre azioni il Pescara calcio ha vinto la seconda edizione del Premio che mira a segnalare all’opinione pubblica un/una atleta, società od organizzazione sportiva attiva in favore dei diritti umani.
La giuria, composta anche da Vittorio Di Trapani (Segretario generale UsigRai), Angelo Mangiante (Sky Sport), Jacopo Tognon (docente di Diritto dello sport all’università di Padova), Luca Corsolini (vicepresidente di Sport4society) e Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia), ha voluto menzionare altre candidature che hanno ottenuto voti, quali il calciatore Giorgio Chiellini e le squadre FC Internazionale e AS Roma. “Siamo contenti per la qualità e la quantità delle candidature ricevute attraverso segnalazioni sul sito del premio e desideriamo manifestare il più grande apprezzamento anche nei confronti delle tante realtà del mondo non professionistico che quotidianamente s’impegnano contro la discriminazione”, ha dichiarato Umberto Musumeci, presidente di Sport4Society.
“L’azione svolta dal Pescara Calcio contro la discriminazione – afferma invece il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury – è stata di stimolo a ulteriori iniziative, basti pensare ai provvedimenti adottati dalla squadra del Cagliari nei confronti di alcuni tifosi: un’ulteriore conferma di quanto lo sport può fare in favore dei diritti umani e nel contrasto all’odio”.

di Pierluigi Lantieri