Ricattabili, sfruttati e senza contratto


È la fotografia scattata dalla Caritas sul lavoro bracciante. Il servizio di Giuseppe Manzo. (sonoro)

Sfruttamento e degrado. Più di un quinto vive in sistemazioni di fortuna, in baracche o veri e propri ghetti, senza elettricità o servizi igienici. Sono giovani e stranieri, in parte anche minorenni, solo un terzo è sotto contratto, ma nel 44 per cento dei casi non ne ha copia in mano, così da essere più facilmente ricattabile. Sono questi soltanto alcuni dei dati di Vite sottocosto, la seconda edizione del Rapporto su Presidio, il progetto di Caritas Italiana attivo in oltre 10 Caritas diocesane, distribuite in tutta Italia, da Nord a Sud. Dal 2014 al 2018 i lavoratori assistiti sono stati circa 5.000: un dato più che triplicato dall’avvio delle attività. Il maggior numero di utenti sono stati registrati dal Presidio di Ragusa (20 per cento del totale), seguito da Foggia (18 per cento), Acerenza (10,3 per cento), Caserta (9,9 per cento), Nardò–Gallipoli (9,7 per cento), Saluzzo (7,8 per cento). “Si tratta di lavoratori estremamenti fragili, solo un terzo ha un contratto registrato. Di quelli che hanno un contratto,poi, quasi la metà non ne ha copia e questo li mette in una situazione di estrema ricattabilità” commenta Eduardo Barberis ricercatore dell’Università di Urbino, tra gli autori della ricerca