La musica che gira. Il coordinamento composto da lavoratori e artisti della musica e dello spettacolo torna a mobilitarsi per chiedere la riforma (che ancora non c’è). Il servizio è di Clara Capponi.
Distribuzione iniqua dei sostegni economici una mappatura del settore che non incide abbastanza sull’emersione del lavoro nero. Sono solo alcune delle ombre legate alla riforma della cultura proposta dal ministro Franceschini evidenziate dal collettivo La musica che gira.
«Ci aspettavamo una riforma – dicono i rappresentanti degli artisti e lavoratori dello spettacolo- che in maniera coraggiosa partisse da un foglio bianco per scrivere una storia diversa, ci siamo trovati di fronte a una serie di palliativi, a un sistema di riconoscimento dei contributi ancora troppo complesso, «Se questa è una rivoluzione dobbiamo ammettere di non averla compresa. ll Ministero della Cultura ci incontra per poter dire che lavora con gli operatori del settore, ma non ci ascolta -sottolinea il coordinamento.