Sos Friuli


200_0001abbEmergenza in regione per oltre 5 mila lavoratori impegnati nei servizi alla persona. In pericolo 3300 educatori e 1800 addetti all’assistenza. Associazioni e cooperative chiedono alla Regione impegni concreti affinché scongiuri un disastro occupazionale senza precedenti.

 

I nodi da sciogliere sugli operatori “privi di titolo” in Friuli Venezia Giulia – riguardanti oltre 5 mila lavoratori impegnati nei servizi alla persona, tra cui 3300 educatori, 1800 addetti all’assistenza e centinaia di operatori dell’inserimento lavorativo – sono diversi ed articolati. Non sono strettamente legati al percorso legislativo nazionale (la pdl presentata dal deputato Iori di cui si auspica la celere conclusione), ma pongono una serie di problemi concreti. Le rappresentanze regionali di Legacoopsociali, Confcooperative-Federsolidarietà e Agci-Solidarietà, insieme a Circolo Acli Nuova Cooperazione e Gruppo spontaneo educatori Pordenone chiedono di “tutelare i lavoratori “privi di titolo” occupati ad iniziare da precise direttive regionali in sede di procedure di affidamento – spiegano Giada Pozzetto, Luca Fontana, Gian Luigi Bettoli, Pier Antonio Zanin e Samantha Marcon -, ciò per evitare esclusioni arbitrarie e discriminazioni attraverso penalizzazioni economiche, come le penali imposte agli appaltatori”.
Ma va anche affrontata quanto prima “la definizione di un realistico calendario attuativo della formazione ex pdl nazionale, così come per quello della riqualificazione come operatori sociali degli addetti all’assistenza attraverso le “competenze minime”. In questo senso appare “poco realistica la scadenza del 31 dicembre 2018, anche a fronte dei nuovi ritardi accumulati nel 2015”.
Serve inoltre “la garanzia di modalità di svolgimento dei corsi di riqualificazione in ambito universitario per gli educatori “privi di titolo”, che non gravino economicamente sulle persone e sulle cooperative sociali, quindi con l’assunzione dei costi a carico della Regione, e che garantiscano una realistica ed effettiva possibilità di frequenza, ad esempio con corsi concentrati nei week-end o nella stagione estiva”.