Il conflitto in Sudan è alimentato dal costante flusso di armi che arrivano nel Paese. Il servizio è di Fabio Piccolino
Secondo un Rapporto di Amnesty International, il conflitto in Sudan è alimentato da nuove armi e munizioni provenienti da Cina, Russia, Serbia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Yemen. L’organizzazione ha spiegato che questo costante flusso di armamenti sta continuando a causare morte e sofferenza tra i civili, finendo nelle mani di gruppi armati accusati di violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani. Amnesty inoltre sottolinea l’inefficacia dell’embargo sulle armi, applicabile ad oggi solo al Darfur.