Tutti in sella


Nei maneggi lombardi un progetto innovativo rivolto a bambini e ragazzi sordi che vogliono praticare l’equitazione. Ispiratrice dell’impresa, Denise, 23 anni, che si è innamorata dei cavalli a 11 ed ha collaborato alla messa a punto di un metodo inclusivo per l’accesso alla pratica anche delle persone non udenti che prevede anche la formazione degli istruttori.

“Ci siamo incontrati e scontrati con la disabilità uditiva più volte, e ci siamo scoperti impreparati ad accoglierla”, racconta Michela Locatelli, coordinatrice del progetto “InSegniaCavallo”, promosso dall’Acsi Lombardia (Associazione di cultura, sport e tempo libero). “Avevamo di fronte a noi bambini e ragazzi fortemente motivati e attratti dal mondo dell’equitazione, ma i tentativi di iniziarli a questo sport fallivano tutti. Per l’oggettivo rischio insito in questa disciplina e per l’impossibilità di comunicare efficacemente in situazioni critiche, come la preparazione e l’impostazione nelle fasi di avvicinamento all’ostacolo”. Denise Cavallini, 23 anni, è sorda dalla nascita. Ne aveva undici quando, in un centro estivo, ha avuto l’occasione di montare a cavallo. “Insieme a lei abbiamo messo a punto un metodo che favorisce l’accesso all’equitazione delle persone sorde e l’acquisizione di nuove competenze da parte degli istruttori dell’Acsi”. E così, grazie a un provvidenziale finanziamento della Fondazione Vodafone, nel marzo dello scorso anno, l’associazione ha potuto avviare un progetto in tre fasi, che ha coinvolto docenti non udenti, istruttori di equitazione, interpreti Lis (Lingua dei segni), medici e psicologi.
Le due fasi iniziali riguardano la specializzazione sull’approccio alla disabilità uditiva, rivolta a istruttori equestri, la seconda, invece, la formazione per assistenti a terra dell’istruttore, rivolta ad allievi sordi, che ha coinvolto cinque giovani, dai 18 ai 36 anni. La terza fase, infine, riguarda l’accoglienza di 60 bambini e ragazzi sordi, dai 6 ai 17 anni, che frequentano gratuitamente, le 20 lezioni a cavallo previste. I maneggi coinvolti, per ora, sono sette, tutti in Lombardia. L’obiettivo è quello di diffondere a livello nazionale le competenze acquisite grazie a questo progetto. Per Denise, che ha partecipato a tutte le fasi del progetto, prima come docente Lis, poi come allieva e ora come assistente dell’istruttore equestre, è stata l’opportunità di riavvicinarsi in maniera più assidua all’equitazione. “Mi riempie di felicità dare ad altri la possibilità di realizzare quello che è sempre stato il mio sogno. Quando cavalco provo una sensazione inebriante. Mi sento forte, potente, la mente si svuota e il corpo diventa più leggero. Con il cavallo riesco a comunicare in maniera profonda, con le carezze e il contatto fisico. Una comunicazione dove non c’è bisogno di parole”.