Un tuffo dove l’acqua è più blu


Marica Russo e Roberta Piovesan sono le prime tuffatrici italiane con disabilità: da circa due anni hanno iniziato questo sport e la loro ambizione è coinvolgere sempre più atleti per accedere in futuro ai Giochi paralimpici. I primi risultati ci sono: ora sono dieci i tuffatori disabili che nel nostro paese iniziano ad affacciarsi a questa nuova disciplina. A luglio si è tenuta la prima esibizione.

Marica e Roberta sono due ragazze romane, reduci entrambe da un’amputazione traumatica, che nel settembre del 2018 hanno iniziato ad allenarsi nella squadra Master dell’MR Sport di Roma con atleti normodotati. “Noi facevamo nuoto ma volevamo provare un altro sport”, racconta Marica Russo. “Mi son sempre piaciuti i tuffi ma non esisteva una società che potesse accogliere persone come noi, con una disabilità fisica. Sapevo che la MR Sport aveva una sezione di Tuffi Adapted solamente per ragazzi con handicap intellettivi. Ho chiesto informazioni alla società e mi hanno proposto di provare ad allenarmi con altri atleti normodotati”. La sua scelta è stata seguita anche da Roberta Piovesan, che racconta: “Io soffro di vertigini e ho difficoltà a tuffarmi con una gamba sola, ma quando Marica mi ha lanciato questa sfida l’ho accolta volentieri. Ora non posso più fare a meno di questa adrenalina che provoca anche dipendenza”.

In poco tempo, le atlete si sono introdotte nella squadra e l’allenatrice ha elaborato una preparazione tecnica specifica per loro. “Ho dovuto adattare gli allenamenti alle loro esigenze”, racconta Paola Flaminio. “Ho compreso con il tempo che Roberta, non avendo la parte inferiore della gamba, ha difficoltà nell’equilibrio. Così ho deciso di che per avere una maggiore stabilità doveva partire a braccia aperte. Marica, invece, priva di una parte del braccio, ha difficoltà nella raggruppatura, la posizione che permette di raccogliersi stringendo le gambe al petto. Ha imparato a raggruppare con la sola forza degli addominali”.

Ora le due ragazze, oltre a tuffarsi dal trampolino di un metro, hanno raggiunto altre altezze: quello da tre e la piattaforma da cinque. “Marica e Roberta hanno imparato tutti i tuffi di base fino al salto mortale – prosegue Paola Flaminio – Abbiamo fatto le rotazioni avanti e ora stiamo lavorando su quelle indietro che sono più tecniche. Prossimo obiettivo è imparare il salto mortale e mezzo”.

I partecipanti sono aumentati e hanno fatto la loro prima esibizione, grazie anche all’interesse mediatico e al sostegno della Federazione italiana nuoto paralimpico. “Abbiamo dato a tutte le discipline d’acqua un riconoscimento statutario – ha detto il presidente Finp Roberto Valori – anche per i tuffi. Devono però crescere i partecipanti”. Nella decima edizione della Roman Junior Cup, che si è svolta dal 22 al 24 luglio 2020 al Kursaal di Ostia, in occasione del quinto torneo di tuffi per intellettivi, hanno così debuttato i primi sette tuffatori con disabilità fisica.

di Pierluigi Lantieri