“Vai male a scuola? Non giochi a pallone”: la ricetta della società torinese Vanchiglia


In campo con la pagella

“Vai male a scuola? Non giochi a pallone”. Ecco la soluzione della storica società torinese Vanchiglia per abbinare educazione, scolarizzazione e sport. La ricetta è semplice: verificare anche le pagelle, nella valutazione globale di un giovane calciatore, oltre alla capacità di stoppare il pallone. Il tutto, ovviamente, con il consenso delle famiglie.

L’obiettivo del Vanchiglia consiste proprio nell’accostarsi al ruolo delle famiglie a proposito di condotta a scuola e correttezza nei comportamenti. Tanto da poter arrivare anche alle conseguenze estreme di escludere un ragazzo dai convocati della domenica qualora le risposte della scuola risultassero al di sotto delle aspettative.

Sui social network sono arrivati molti plausi all’iniziativa voluta dall’allenatore Vincenzo Manzo, compresi quelli di altre società che raccontano a loro volta di qualche mister che, anni fa, a sua volta chiedeva conto del rendimento scolastico ai suoi atleti. Lo stesso Manzo racconta di essersi ispirato a quando lui stesso giocava nelle giovanili della Juventus e la società era molto attenta ai voti dei giovani calciatori. Ma sul Vanchiglia è piovuta anche qualche critica: “Se vanno alle finali dei regionali fanno stare a casa il più talentuoso perché va male a scuola?“, domandano gli scettici.