Via al professionismo per il calcio femminile: piccola grande rivoluzione per la Serie A


Data storica. Dal 1 luglio via al professionismo per il calcio femminile italiano: una piccola grande rivoluzione per la Serie A, le cui società avranno quindi l’obbligo di gestire tutti i contratti seguendo solo le regole del professionismo. Le giocatrici si vedranno così riconosciute, tra le altre cose, la maturazione dei contributi per la pensione e altre tutele di tipo legale e sanitario.

Quella del dilettantismo in Italia è un’annosa questione poiché per lo più quasi tutti i movimenti sportivi nazionali sia in campo maschile che in campo femminile si rifanno ad esso.  Ad esempio, a prevedere il professionismo in campo maschile sono solo cinque federazioni fra cui il calcio fino alle Lega pro, il ciclismo, golf, pugilato e il basket solo nella massima serie. In campo femminile adesso sarà solo il calcio. Sono tante le cose che differenziano le due categorie di atleti: per uno sportivo dilettante lo stipendio per lo più viene percepito tramite rimborsi e per le donne non viene riconosciuto nessun aiuto in caso ad esempio di maternità, per citarne solo due. Ci sono poche sicurezze e ogni evento personale o sportivo, come possono essere una nuova nascita o un infortunio, si trasformano in preoccupazione.

L’iter per portare il professionismo nel campionato di serie A femminile non è stato di certo semplice: iniziato nel 2020, ha comportato come prima cosa l’adeguamento di tutte le norme già esistenti per i calciatori anche per le calciatrici, processo che si è concluso solo qualche mese fa. Una volta formalizzato questo passaggio, con ufficialità dal 1 luglio, le società della serie A femminile avranno quindi l’obbligo di gestire tutti i contratti seguendo solo le regole del professionismo. Le giocatrici si vedranno così riconosciute tra le altre la maturazione dei contributi per la pensione e altre tutele di tipo legale e sanitario.
Effettivamente tutto sarà realtà dalla prossima stagione calcistica 2022/2023 quando a giocarsi lo scudetto della Serie A scenderanno nella nuova formula 10 squadre, al posto dei 12 club delle stagioni passate.

Questo traguardo è stato tanto agognato dal momento che, sebbene tutti i club della Serie A in un’assemblea interna si fossero espressi a favore di questo passaggio, nel Consiglio Federale, la Serie A tramite il presidente di Lega e alcuni delegati sembrava per una qualche incomprensione aver votato negativamente. La questione, per fortuna, è stata presto risolta per il meglio.

A chiedere a gran voce questo cambiamento erano state le ragazze della nazionale italiana al termine del Mondiale 2019 terminato per la squadra azzurra con i quarti di finali. Forti del grande seguito creatosi attorno a loro le calciatrici avevano esternato le loro richieste.

Ma questo, come più volte sottolineato, può essere solo un primo traguardo per il calcio femminile. Infatti il passaggio al professionismo non parificherà del tutto atleti e atlete, grandi differenze rimarranno ad esempio negli stipendi che per quel che riguarda le calciatrici saranno sicuramente maggiorati rispetto al passato ma saranno solo paragonabili a quelli dei calciatori di Serie C.

Il sogno ovviamente è che un giorno possa esserci lo stesso salario per entrambi, come già sta succedendo in Olanda, Brasile e Stati Uniti dove, le ragazze della nazionale hanno raggiunto l’importante traguardo di essere parificate in tutto con i colleghi uomini. A questo ovviamente si aggiunge il sogno che anche le altre categorie del campionato femminile possano abbandonare il dilettantismo per abbracciare anch’esse il professionismo.

L’impresa è ardua, perché a concorrere a questo epocale passaggio ci sono interessi economici e mediatici, e gli sponsor. Ma non è impossibile: ne sono timidi segnali l’enorme successo riportato qualche settimana fa nel campionato spagnolo femminile nella partita fra Barcellona e Real Madrid che ha portato allo stadio 90 mila spettatori, per poi essere superati qualche settimana dopo sempre dalla squadra blaugrana nella semifinale di Champions League contro il Wolfsburg.

E gli altri sport? Il calcio è l’apripista per tutte le altre federazioni sportive che per accedere al fondo per il professionismo femminile dovranno decidere il passaggio a questa realtà entro la fino dell’anno.