Robots quotidiani

Damon Albarn, le sue storie, la sua vita, e quella del mondo intorno, dentro le note di un disco.
Everyday Robots” è l’esordio solista del leader dei Blur e dei Gorillaz, ed è senza dubbio un album affascinante e dalle pieghe inaspettate, che si lascia scoprire dopo ogni ascolto.
I robot di oggi siamo noi, coi  nostri cellulari in mano, fermi come pietre.
Robot della modernità che guidano automobili, una accanto all’altra, a vivere ed invecchiare, finchè non si preme il “restart”.
E’ proprio il brano che dà il titolo al disco che dà la percezione della frenesia moderna e della vuota solitudine che spesso l’accompagna, adagiata su sonorità ipnotiche e minimali che arrivano dentro la vita di Albarn.
If you’re lonely, press play”, come recita il singolo lanciato in rete qualche mese prima dell’uscita dell’album.
Atmosfere malinconiche da cui prendono vita i ricordi personali, che si trasformano in disegni accurati della società di oggi.
Le difficoltà di comunicazione di Hostiles, i ricordi di bambino di The History Of Cheating Art, e la dipendenza dalle droghe, accennata in You and me fino all’incontro con l’Africa, che Albarn ha visitato più volte e da cui è nato il progetto Mali Music, e che ha evidentemente tracciato un solco profondo nella sua vita e, di riflesso,  nella sua poetica.
Un’esigenza che si manifesta in Mr Tembo e le sue sonorità dal sapore etnico, sulle tracce dell’elefantino che Albarn ha conosciuto nel paese africano,
Ascoltando “Everyday Robots” si ha l’impressione globale di scavare dentro la personalità e la vita dell’artista, cogliendo i frutti maturi della sua ispirazione, ma anche quella di conoscere un po’ meglio il mondo che ci circonda, attraverso il filtro che Albarn ci propone, mettendoci a disposizione un binocolo e un punto di osservazione privilegiato e suggestivo.