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GRS WEEK 14 ottobre 2017 – Giovani e futuro: al Paese serve una Rigenerazione


 

Bentornati all’ascolto del Grs Week da Giuseppe Manzo

La generazione tradita che sta peggio dei nonni e dei padri. I millennials e i giovani under 35 sono la grande questione sociale del momento perché pone ombre sul futuro del Paese. Le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%. Per quanto riguarda istruzione e formazione solo il 20% degli italiani tra i 25 e i 34 anni è laureato rispetto alla media Ocse del 30%”. E per i pochi laureati diminuisce la qualità della preparazione che è disincentivata da salari legati all’età e non alle competenze.

In questo scenario si è svolto a Bologna Rigenerazione per i Cantieri del Design Sociale, un meeting con 150 giovani impegnati nel non profit organizzato da Fondazione Con il Sud e Forum nazionale del Terzo Settore. All’incontro hanno partecipato diversi esperti, ascoltiamo il sociologo Domenico De Masi

(audio De Masi)

Cosa dicono i giovani impegnati nel volontariato e nel non profit? Cosa pensano? A Bologna gli under 35 hanno riflettuto facendo emergere punti di vista, criticità e scenari desiderabili, in un significativo esercizio di intelligenza collettiva che è stato raccolto in un Instant book. Ricerca, innovazione e sviluppo sono emersi come investimenti necessari per il futuro, accompagnati da una riallocazione dell’economia all’interno delle comunità locali. Ascoltiamo i loro pensieri nella scheda di Giovanna Carnevale

Scheda

(Giovani e lavoro: Come lo vivono nel presente e come lo immaginano nel futuro? La parola è stata lasciata a loro, in occasione dell’evento RiGenerazione Non Profit che si è svolto il 6 e 7 ottobre a Bologna e che ha reso protagonisti 150 under 35 che operano nel Terzo settore. Investire in ricerca, innovazione e sviluppo: questa, secondo loro, la necessità principale oggi in un’Italia che è ferma su progettazioni di breve periodo e che valorizza troppo poco istruzione e lavoratori.  I giovani vedono le potenzialità dell’apporto tecnologico allo sviluppo del lavoro, ma la relazione tra economia e persone non può essere messa in discussione:   per questo bisogna riallocare i processi produttivi all’interno delle comunità locali e non trascurare l’importanza delle relazioni sociali anche nell’ottica di una maggiore vivibilità del lavoro).

 

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