Gli esport si organizzano. È nata, a Bruxelles, la European Esports Federation: 23 organizzazioni unite per rappresentare i giocatori e le organizzazioni del gioco elettronico nel più generale ambito della politica, dello sport, della società e del panorama mediatico europeo. Oltre che per “costruire una piattaforma per i suoi membri e il movimento per promuovere gli esport come attività sana, sostenibile, inclusiva”
Anche l’Italia ne fa parte attraverso Gec (Giochi elettronici competitivi), che ha aderito all’Eef con l’obiettivo primario di promuovere un’identità continentale per gli sport elettronici. La Eef non nasce come un organo di governo ma più come una sorta di partner moderatore che vuole far convergere federazioni nazionali, portatori di interesse e naturalmente i principali attori, gli ambasciatori dello sport giocato in modalità elettronica. A guidare la federazione, eletto sempre a Bruxelles, dai vari membri (non tutti associabili all’area Ue in realtà, vista la presenza di Israele, Bielorussia, Georgia, ecc) il 31enne tedesco Hans Jagnow, già a capo della federazione tedesca, nota come Esbd, a cui farà da vicepresidente lo slovacco Karol Cagáň. Come riconosce lo stesso Jagnow, tra i temi che la Eef si troverà ad affrontare ci sarà anche quello della gender equality nel campo dei giochi elettronici. Un obiettivo che potrebbe rientrare, a più grandi linee, nella volontà di strutturare e rafforzare il movimento di base degli esport oltre che di armonizzare le varie opportunità che questo settore offre in Europa. E poi, come per ogni federazione sportiva che si rispetti, spazio anche al teema culturale, con la promozione del fair play, della diversity, la lotta contro l’hate speech e ad altri comportamenti che possono danneggiare tutto l’ecosistema.
Anche l’Italia attraverso la Gec farà la sua parte: come sottolineato dal ceo Giorgio Pica “vogliamo assumere un ruolo sempre più internazionale, per promuovere le attività italiane all’estero, favorire l’accesso al mercato italiano degli operatori stranieri, sviluppare una linea comune di crescita insieme agli altri paesi dell’Unione Europea”.