I ragazzi della Cus Ferrara Rugby, team che milita nella serie B italiana avevano formato una nuova squadra per partecipare a un torneo internazionale di rugby a sette che si disputerà in Germania il prossimo autunno, ma avevano bisogno di uno sponsor. E un loro amico, militante di Arcigay, suggerisce: chiedete alla mia associazione. Così, per la prima volta nella sua storia, la più importante comunità Lgbt italiana fa da sponsor a una formazione sportiva. Da una parte l’aiuto economico, poche centinaia di euro per pagare le spese. Dall’altra un gruppo di giocatori che scenderà in campo indossando maglie color arcobaleno e porterà avanti una campagna contro l’omofobia fuori e dentro i rettangoli di gioco. Al centro lo sport. E per una volta, visti i tempi, la sua parte più sana.
Si chiameranno “The Roosters”. I galli o galletti. Uno di loro è Alberto Fogagnolo, ha 28 anni, nessun problema, per lui e i suoi compagni, nel portare sul petto i colori rainbow e la scritta “Arcigay” bene in mostra. E forse non è una scelta così scontata: «In Australia le campagne contro l’omofobia si fanno da tempo. E negli anni passati, alcune glorie del rugby hanno fatto coming out». Per questo Alberto e i suoi compagni saranno in piazza San Nicolò a Ferrara, sabato 17 maggio, in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia. Allestiranno un banchetto per raccogliere fondi e faranno scegliere alla gente quale modello di divisa indossare per la spedizione in Germania, tra una serie di bozze disegnate in questi giorni.
Il numero uno di Arcigay Flavio Romani è stato il primo a sostenere l’iniziativa: “Si sono offerti loro, questi sono gesti di civiltà che fanno bene. Segnali piccoli, ma che spingono a dire: io da che parte sto? Come la penso sull’omofobia?”.