[Questo è il trailer del film patrocinato da Amnesty International e presentato ieri alla Biennale di Venezia: “A man fell”, un giorno nella vita di una comunità di rifugiati palestinesi in un ospedale abbandonato in Libano attraverso gli occhi dell’undicenne Arafat.. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 3 settembre 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].
Oggi parliamo dell’assegno unico universale per i figli. A fine agosto la Repubblica ha dato notizia di una modifica della misura votato nel 2021 da tutto l’arco parlamentare: polemiche e attacchi dalle opposizioni. Il governo ha smentito qualsiasi ipotesi con l’intervento diretto della premier Giorgia Meloni e del ministro Giorgetti in un video sui social dove parlano di fake news.
Eppure qualche dubbio potrebbe essere venuto all’esecutivo. Allo stato attuale costa allo Stato 20 miliardi e permette di avere un massimo di 200 euro per figlio. Il beneficio riguarda circa 10,1 milioni di figli, su un potenziale di 10,7 milioni. In particolare, si pensa di eliminare l’assegno unico da 57 euro per figlio per chi non presenta l’Isee e a chi ne ha uno al di sopra dei 45 mila euro.
Poi è arrivata la procedura d’infrazione Ue per il requisito dei due anni di residenza che finora metteva un ‘paletto’ alla fruizione dell’assegno da parte delle famiglie straniere. E questo sarebbe proprio uno dei motivi della mossa del governo: l’allargamento alle famiglie straniere, potrebbe allargare troppo la platea dei beneficiari. Ascoltiamo Lidia Borzì, responsabile Famiglia delle Acli.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale