Terra dei fuochi, la Corte europea condanna l’Italia: ora giustizia per 3 milioni di persone


 

[Questa è la voce della premier Giorgia Meloni al festival di Atreju: in realtà il centro di identificazione in Albania continua a non funzionare e resta vuoto, ieri a Bari rientrati anche gli altri 43 migranti. Questa è Ad Alta Velocità oggi 2 febbraio 2025: nello stesso giorno del 1990  in Sudafrica il presidente  de Klerk permette all’African National Congress di tornare a funzionare legalmente e promette di liberare Nelson Mandela. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di ambiente. L’Italia è stata condanna dalla Corte europea per i diritti umani sulla Terra dei fuochi: c’è il rischio “sufficientemente grave, reale e accertabile” per la vita di tre milioni di abitanti nell’area a Nord di Napoli e sud di Caserta, che viene definito “imminente”. È una sentenza storica che certifica la battaglia degli ultimi 20 anni portata avanti da cittadini, medici, scienziati, parroci e giornalisti spesso attaccati pesantemente e in alcuni casi delegittimati o intimiditi.

Don Maurizio Patriciello ricorda “i funerali celebrati tra lo strazio dei genitori e la rabbia per non essere creduti. La sentenza di Strasburgo – dice il parroco di Caivano – è uno spartiacque: da oggi niente più sarà come prima”. Anche il professore Antonio Giordano della Sbarro Foundation di Filadelfia – tra i primi ricercatori internazionali a fornire i dati sull’aumento dell’incidenza tumorale in Campania nel 2008 – ha ricordato sui social gli attacchi ricevuti che non hanno fermato le sue denunce scientifiche. Reazioni sono arrivate anche dalle associazioni da sempre in piazza con i comitati della terra dei fuochi: ascoltiamo Mariano Di Palma di Libera e Vincenzo Capasso di Let’s do it Italy.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale