Il futuro per gli operai ex Ilva e le istanze sociali sul palco di Sanremo

Bentornati all’ascolto del Grs Week. In studio Giuseppe Manzo, in redazione Federica Bartoloni e Marinella de Maffutis

 

Il lavoro e il Festival di Sanremo, un binomio che può sembrare anomalo e invece è molto più stretto di quanto si pensi. Non solo per le oltre mille unità di impiegati, operai e professionisti impegnati nella settimana della canzone italiana. A Genova come a Taranto c’è la vertenza del più grande polo siderurgico italiano: l’ex Ilva oggi nelle mani della Arcelor Mittal. Sono ventimila i lavoratori coinvolti nella vicenda giudiziaria che da oltre dieci anni vede protagonista l’impianto siderurgico di Taranto.  Le polveri tossiche si sono diramate per anni su vari rioni della città causando il disastro ambientale ed epidemiologico, tristemente noto. Ascoltiamo ora il vicepresidente di Anmil – Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro Emiddio Deandri che proprio all’ex Ilva si è infortunato circa 20 anni fa.

 

 

Sanremo è ancora un palco dove possono salire anche le istanze sociali? Lo scorso anno ci pensò Chiara Ferragni con la Rete Donne in rete contro la violenza. Sui temi del lavoro bisogna però tornare all’edizione di 40 anni fa. Nel Sanremo del 1984 Pippo Baudo invitò sul palco gli operai dell’Italsider di Genova: i lavoratori stavano manifestando di fronte all’Ariston contro il piano di licenziamenti previsto dall’azienda ed il presentatore fece leggere le loro rivendicazioni in diretta TV. È possibile parlare di questioni così importanti sul palcoscenico che cattura l’attenzione del Paese per una settimana intera? Risponde la cantautrice e discografica tarantina Mariella Nava.

 

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