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GRS WEEK – Verso il 2018: il futuro è dei diritti?

Bentrovati all’ascolto del GRS Week, in studio Giordano Sottosanti,

 

Il 2017 volge al termine. Ma a che punto è lo “Stato dei Diritti” in Italia?

 

È questa la domanda che ha ispirato il nostro GRS Week. A partire dai diritti più semplici e universali, come quelli alla vita e alla libertà. Ma cosa rappresentano davvero queste parole oggi, date talmente per scontate che forse ce ne siamo dimenticati? Ha ragione la Corte di Cassazione, che ha sancito che il prolungamento della vita di un paziente è un diritto da tutelare, oppure chi ha aiutato Dj Fabo a raggiungere la Svizzera per ottenere il suicidio assistito? Sono domande del nostro tempo e sulle quali il nostro Paese discute animatamente, questioni forse più grandi di noi stessi. Sarebbe già un passo avanti affrontarle senza dividersi in fazioni e per etichette. Tra cosiddetti “estremisti” o “buonisti”, “razzisti” o “radical chic”. Perché di mezzo c’è la vita delle persone, il dramma di chi fugge dalla guerra, di chi è costretto a vivere su una panchina perché abbandonato dal proprio Stato, di chi subisce violenze o discriminazioni. Che anno è stato il 2017 per i diritti? Un riassunto nella scheda di Anna Ventrella.

 

 

Molte le leggi emanate per il contrasto alla violazione dei diritti alla persona, poche, purtroppo, applicate, anche se molti passi sono stati fatti negli ultimi tempi. E’ di questi giorni la notizia dell’ennesimo rinvio ad affrontare il nodo del diritto di cittadinanza per i figli di cittadini stranieri, meglio conosciuto come ius soli, relativo alla legge approvata dalla Camera alla fine del 2015 e da allora in attesa di essere esaminata dal Senato. Due i nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano ius soli temperato , legato al territorio, e ius culturae, legato all’istruzione.
Non va meglio sul fronte della violenza di genere, oggetto di una recente analisi dell’apposita Commissione parlamentare di inchiesta istituita a gennaio, che rileva come denunce sottovalutate e scarsa formazione degli operatori siano purtroppo frequenti, e denuncia con chiarezza problemi, vuoti legislativi e ostacoli da superare. L’introduzione del reato di stalking è del 2009, mentre nel 2013 è stata emanata la legge contro il femminicidio. Altro vuoto normativo è quello in difesa delle promesse spose bambine. Il matrimonio precoce e forzato è una violazione dei diritti umani ed è illegale secondo il diritto internazionale. Ascoltiamo la testimonianza di Fareba, profuga afghana, promessa sposa bambina.

 

 

(Sonoro)

Ogni nuovo anno porta con sé dei buoni propositi. Noi ci auguriamo che il prossimo possa essere davvero l’anno dei diritti.

Ma questi oltre che conquistati, vanno difesi ed esercitati. Tra le novità del 2018 ci saranno anche nuove elezioni politiche e quindi un nuovo governo, in un momento storico nel quale l’affluenza alle urne è sempre più bassa. Ma andare a votare è la massima espressione della nostra libertà, perché come diceva Paolo Borsellino “il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano”.

Con questo è tutto, per notizie e approfondimenti sul sociale www.giornaleradiosociale.it

 

Grs week 2-3 dicembre – Lo sport sociale in campo per i diritti

Lo sport sociale scende in campo per i diritti di tutti. Alcune possibili strategie sono state esposte giovedì 30 novembre a Napoli nel corso del convegno “Lo sport in campo contro l’omofobia e la transfobia: un ponte verso il futuro”: promosso dall’Unione italiana sport per tutti insieme a Università Parthenope, Università Federico II di Napoli e Centro Sinpasi. Si sono alternati interventi di esperti, ricercatori universitari e sportivi, che vivono in prima persona le difficoltà, ma anche le potenzialità inclusive dello sport. Tra questi Nicolò Zito, della società sportiva Libera Rugby

Il giornalista Rai Giovanni Anversa ha moderato l’incontro, ricostruendo il contesto in cui fenomeni di discriminazioni e violenze crescono e si alimentano.

Un’azione per favorire l’inclusione messa in campo dall’Uisp è il tesseramento Alias. Lo illustra Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti dell’Uisp.

Francesco Soro, capo di gabinetto del Coni, ha parlato di vigilanza, che lo sport deve mettere in campo affinchè non sia più terreno fertile per la discriminazione e il pregiudizio